Che i ristoranti e bar di Parma prendano nota: dovranno tenere le porte chiuse. A dirlo è una nuova ordinanza emanata dal Comune che segue fedelmente le disposizioni della legge 34 del 27 aprile 2022: per evitare sprechi di energia, dispersioni di calore e emissioni inquinanti, ecco che gli esercizi commerciali che somministrano alimenti e bevande dovranno tenere le porte chiuse. E questo dal 22 agosto 2022 al 31 marzo 2023.
La legge in questione prevede che dal 1 maggio 2022 al 31 marzo 2023 le temperature dei condizionatori d’aria e dei riscaldamenti non debbano essere superiori ai 19 gradi in inverno (+2°C di tolleranza) o inferiori ai 27 gradi in estate (-2°C di tolleranza). Questo serve per ridurre i consumi termici e avere un maggior risparmio energetico.
Sulla scia di tale legge e viste le previsioni stagionali dell’Arpae che prevedono in Emilia-Romagna temperature più alte della norma con inevitabile maggior utilizzo degli impianti di aria condizionata, ecco che il comune di Parma ha deciso di correre ai ripari. In molti ristoranti e bar è abitudine tenere spalancate le porte d’ingresso anche quando i condizionatori sono accesi.
Tuttavia tale pratica è ritenuta inaccettabile sia a causa dei cambiamenti climatici, sia a causa della crisi energetica. Stessa cosa succede poi d’inverno quanto si hanno gli impianti di riscaldamento “a palla” e le porte sempre aperte: si consumano in maniera ingiustificabile combustibili e si ha un forte impatto ambientale con maggior produzione di inquinanti ambientali.
Per questo motivo a Parma ristoranti e bar dovranno tenere sempre chiuse le porte di accesso, tranne ovviamente quando i clienti devono entrare o uscire, quando ci siano in corso manovre di carico/scarico da parte dei fornitori o quando ci sia un eccessivo affollamento tale da rendere necessario un ricambio d’aria.
Sono tuttavia esclusi da questo obbligo tutti quei locali che hanno spazi all’aperto in cui è indispensabile il passaggio continuativo dei camerieri dall’intero all’esterno. Inoltre sono esclusi anche quei locali dove le porte di accesso non si affacciano all’esterno, bensì all’interno di centri commerciali o che abbiano a disposizione dispositivi atti a evitare la dispersione termina, come le lame d’aria. Chi violerà tali disposizioni andrà incontro a multe da 25 a 500 euro.
In bocca al lupo ai ristoratori, considerato che viviamo in un paese in cui la maggior parte degli abitanti sembra congenitamente incapace di chiudere dietro di sé una porta che ha trovato chiusa.