Per quanto riguarda il settore dei ristoranti, aumenta la spesa degli italiani per il mangiare fuori. E’ quanto emerso dai dati FIPE presenti nel nuovo rapporto Ristorazione 2019. Si parla di una spesa globale di 86 miliardi di euro, con un +0,7% e un trend che dal 2008 è aumentato di 5,5 miliardi in valore, registrando un +7,2%.
Nel 2019 si è avuta una spesa per il mangiare del valore di 239 miliardi di euro: di questi ben il 36% è relativo al mangiare fuori casa, con un calo della spesa casalinga (siamo arrivati a 153 miliardi di euro, con una perdita di quasi 9 miliardi in 11 anni).
Ma c’è di più: gli italiani a testa spendono 1.362 euro l’anno per poter mangiare fuori casa. Il 62,5% delle persone intervistate ha dichiarato di cenare fuori almeno una volta al mese: non si stupirà nessuno di sapere che spesso costoro mangiano la pizza. Inoltre ogni giorno sono 5,4 milioni gli italiani che preferiscono far colazione al bar, spendendo fra i 2 e i 3 euro per prendere caffè, cappuccino e cornetto. Per il pranzo il 67,6% degli italiani spende al bar fra i 5 e i 10 euro, mentre per il pranzo nel weekend sono 10,7 milioni gli italiani che due volte al mese spendono fra i 16 e i 30 euro.
Ma cosa mangiano gli italiani al ristorante? Sette consumatori su dieci affermano di controllare soprattutto la provenienza delle materie prime, con predilezione dei prodotti del territorio, mentre il 54% vuole sapere tutto sulle origini dei piatti. Visto che questo è il periodo della sostenibilità ambientale, poi, sempre sette italiani su dieci dichiarano di essere attenti alle politiche green dei singoli ristoranti, il 37,7% vuole la doggy bag per evitare gli sprechi alimentari, il 36,7% preferisce cibi provenienti da allevamenti sostenibili, mentre il 73,4% vuole l’acqua minerale.
Altri dati della FIPE parlano della tipologia dei ristoranti. Si è rilevato un aumento del 54,7% di paninoteche, kebab e take away, soprattutto nelle grandi città del nord, mentre bar e ristoranti tradizionali sono vittime della crisi: il 25% dei ristoranti chiude dopo un anno, un locale su due chiude dopo tre anni e il 57% di bar e ristoranti chiude i battenti dopo 5 anni. Nonostante la colazione al bar tenga testa, la crisi dei bar è rappresentata da un calo dell’ o,5%, soprattutto a causa di problemi di “abusivismo commerciale” e di concorrenza sleale.
Secondo Enrico Stoppani, presidente FIPE, la situazione deriva da diverse problematiche:
- costi di locazione insostenibili
- servizio che richiede personale, ma il personale costa
- oneri di gestione (fra cui la Tari)