Ad un mese dalla riapertura, continuano ad arrancare bar e ristoranti italiani. Secondo una ricerca condotta dal Centro Studi di Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) i fatturati degli esercizi pubblici continuano ad essere ridotti del 50% rispetto allo scorso anno.
Non se la passano bene nemmeno i dipendenti, con 2 aziende su 3 che hanno dovuto ridurre il personale. Inoltre circa il 40% dei lavoratori non hanno ricevuto la cassa integrazione. Nonostante ciò, cresce del 5% (arrivando al 22,2%) la percentuale delle aziende che valuta positivamente l’andamento nella fase 2.
Tra le attività che hanno riaperto, il 51,5% si dichiara soddisfatto contro il il dato precedente del 46,1%. Ma sul futuro a lungo termine la sensazione, per il 66,4% degli intervistati, è che non si tornerà ai livelli di attività pre-covid.
Lieve differenza tra bar e ristoranti, con questi ultimi che registrano un dato peggiore: fatturato calato del 51,2% per i ristoranti contro un calo del 46,8% per i bar.
“Ancora una volta ci troviamo a dover commentare i numeri di un settore in dissesto. – dichiara Aldo Cursano, Vicepresidente Vicario di Fipe – Preoccupa il pessimismo degli imprenditori sulla capacità di resilienza delle aziende perché il rischio è che si entri in una pericolosa spirale che alimenta sfiducia. Occorre fare presto a rilanciare il turismo internazionale perché è certo che nei prossimi mesi avremo più di un problema sul versante della domanda interna. Insieme a questo continua la nostra azione per ottenere misure di sostegno da parte delle Istituzioni senza le quali sono a rischio aziende e posti di lavoro”.