I ristoranti di Roma hanno riaperto, ma pochi in realtà per il momento rispettano le regole anti Covid. Almeno è quanto dice la Fiepet Confesercenti, la Federazione italiana degli esercenti pubblici e turistici.
Secondo le loro stime, infatti, del 40% dei locali già riaperti e operativi nella Capitale, soltanto un 10% registra correttamente i clienti, i cui dati dovrebbero essere invece conservati per trenta giorni in modo da poterli informare in caso di contagio. Il termoscanner, necessario per misurare la temperatura ai clienti in entrata, è uno strumento che è in realtà utilizzato solo da due ristoratori romani su dieci attualmente aperti.
“Non c’è l’abitudine di annotare chi viene a mangiare”, spiega il presidente della Federazione, Claudio Pica. E il ristoratore ha l’obbligo di prendere i dati solo dei clienti che prenotano, non di quelli che arrivano e si siedono ai tavoli eventualmente liberi. Perciò, come spesso accade, fatta la legge e trovato l’inganno.
Anche perché, tra tutte le regole previste per la riapertura di bar e ristoranti, quella che imponeva di prendere e conservare le generalità dei clienti era effettivamente quella che più lasciava perplessi, per le possibili implicazioni problematiche legate alle questioni di privacy. Si vedrà cosa accadrà nel weekend, quando le organizzazioni di categoria stimano la riapertura del 50% di trattorie, pizzerie e locali.
[Fonte: Il Messaggero]