Non è la prima volta che il menu senza prezzi, tradizionalmente destinato alle donne, viene interpretato come atto di discriminazione o sessismo. Qualche tempo fa, infatti, vi raccontammo dell’opinione di Augustina Gandolfo, che si chiese come avrebbe dovuto comportarsi nel caso in cui avesse voluto pagare lei il conto. Più recentemente, anche l’influencer e star televisiva australiana Abbie Chatfield ha sollevato critiche simili dopo una cena nel ristorante di un lussuoso hotel affacciato sulla laguna di Venezia, definendo la tradizione “sessista”.
Insomma, si tratta un retaggio di un atto di cavalleria un po’ (si può dire?) vetusto ma fondamentalmente innocuo o di discriminazione sessista? Per Chatfield non c’è dubbio: il menu senza prezzi è prodotto di un sistema patriarcale che impone alle donne il ruolo di “mantenute”, insinuando (in maniera nemmeno troppo velata) che non sarebbero in grado di permettersi un pasto nei ristoranti più costosi. Da qui lo sfogo su Instagram: “Il mio menù non ha prezzi” ha raccontato ai propri seguaci nelle storie “ma quello del mio compagno sì. Ma ti pare? Sono io il breadwinner”.
“Se un uomo lasciasse pagare il conto alla fidanzata sarebbe imbarazzante” ha invece commentato a proposito della vicenda Arrigo Cipriani, patron dell’Harry’s Bar. “Nei miei locali non esiste il menù di cortesia ma, se ci fosse, non andrebbe certo presentato alla donna: è giusto che lei abbia ben chiara la cifra, spesso molto alta, che il suo accompagnatore pagherà per trascorrere quella serata”.