Un ristorante di Ostuni, l’Osteria del tempo perso, ha deciso di rivedere le sue regole troppo severe dopo le polemiche circolate sul web. Tuttavia i titolari, su BrindisiReport, hanno deciso di spiegare le motivazioni dietro a quelle regole. Prima di andare a vedere di cosa si tratta, una precisazione: si sta parlando dell’Osteria del tempo perso di Ostuni. Essendo che con questo nome esistono anche altri locali in Italia (facendo una rapidissima ricerca ce ne è almeno uno a Modena, uno a Senigallia e uno a Montespertoli), se volete andare sulla loro pagina a dire la vostra, assicuratevi almeno che sia il locale giusto. Non facciamo di nuovo come successo con l’Osteria del Cavolo dove gli hater se la sono presa con un locale omonimo.
Quali erano le regole del ristorante di Ostuni?
Questa volta l’indignazione social ha preso di mira l’Osteria del tempo perso, un ristorante di Ostuni, in provincia di Brindisi. Fino a poco prima del flame da poco scoppiato, ecco che sul suo sito web campeggiavano diversi divieti (al momento la maggior parte sono stati cancellati, ne sono rimasti pochi).
Fra quelli più contestati abbiamo:
- “Hai a disposizione due ore per goderti il tuo pasto, incluso il tempo impiegato dal ritardo”
- “Ritardo massimo di 15 minuti, poi la prenotazione viene cancellata”
- “Per motivi logistici possono accedere solo bambini al di sopra dei 6 anni”
- “È obbligatoria la consumazione di almeno due portate principali (dessert e contorni non sono portate principali)”
- “Per motivi logistici non sono ammessi cani”
Attualmente, invece, sono rimaste in vigore solamente queste regole:
Tali regole hanno scatenato i furori del web, tanto che i gestori hanno voluto dire la loro. I titolari spiegano che è la prima volta in cui la loro famiglia deve difendersi dai leoni da tastiera. Queste le loro parole: “È facile parlare e puntare il dito, ma che dire, siamo sempre pronti a giudicare quando si tratta di affidare le parole a una sterile tastiera. Quarant’anni di onorato lavoro la dicono lunga. Il decalogo delle regole per le prenotazioni è scaturito da alcuni episodi che si sono verificati (e non una volta); vi spieghiamo quali, anche se non siamo abituati a difenderci e a giustificarci. Avevamo anche dimenticato di aver scritto alcune cose sul sito e ringraziamo chi se ne è accorto. Dunque, abbiamo provveduto a rettificare”.
I gestori hanno poi motivato le loro scelte. Partiamo da quella relativa al divieto di ingresso dei cani, una delle poche rimaste in vigore. Una sera, dopo aver preso una prenotazione, si sono ritrovati ad accogliere tre cani di grossa taglia. Il loro locale, però, ha delle sale piccole, in grado di accogliere pochi ospiti. I tre tavoli hanno chiesto delle ciotole d’acqua, ma fin qui tutto ok.
Solo che due dei cani hanno poi iniziato ad abbaiarsi contro in quanto erano maschi. Poi una coppia con bambino ha deciso di andare via perché aveva paura. E se in sala ci fosse stato qualcuno allergico al pelo del cane?
Per quanto riguarda l’accesso ai bambini di età superiore ai sei anni, il problema è che non sempre quando ricevono prenotazioni sanno l’età dei partecipanti e finiscono con il ritrovarsi con più passeggini nelle sale. Poi iniziano i pianti, il cambio del pannolino sul tavolo e via dicendo. Dunque hanno dovuto inserire la regola dei bambini proprio per difendersi da queste situazioni.
Passiamo all’ordine di almeno due portate principali. Il problema qui si concretizza solamente durante il periodo estivo. Nonostante sia spiacevole da dirsi, l’Osteria non può lavorare con tavoli di quattro persone che prendono due pietanze da dividere e una bottiglia d’acqua, occupando il posto per tutta la serata. Il che ci ricorda un po’ le motivazioni addotte dai gestori dei ristoranti del centro di Barcellona che non fanno sedere al tavolo i single, proprio per lo stesso motivo.
Per quanto riguarda la durata del pasto, forse ammettono che è sbagliato aver scritto che il tempo massimo è di due ore. Tuttavia a volte capita che le ordinazioni e la consumazione fra una portata e l’altra siano arrivate anche a sfiorare le quattro ore. In alcuni casi è successo che queste tempistiche dilatate siano combaciate con la chiusura della cucina o con la fine dell’orario di lavoro del cameriere. Da qui la decisione delle due ore perché, come sottolineato dai gestori, anche i collaboratori hanno degli orari e non sono degli schiavi.