Una vicenda bizzarra in tempi di Dpcm da Coronavirus arriva dal Nord-Est: un ristorante con insegna in Veneto e cucina in Trentino deve rimanere aperto fino alle 18 o fine alle 22? Il commercialista non ha dubbi: fa fede la sede legale del locale, quindi locale aperto fino alle ore 22.
Il ristorante in questione è la Taverna Clara. Una delle sue particolarità, oltre a offrire gnocchi e canederli fatti a mano, è il fatto che sorge proprio al confine fra Veneto e Trentino, rappresentato da un fiume. Letteralmente: l’insegna che indica agli automobilisti la presenza del ristorante a pochi metri di distanza si trova su una sponda del torrente Astico, quella sul versante veneto, mentre il locale con la cucina si trova sull’altra sponda, quella sul versante del Trentino.
Il problema nasce dal fatto che in Veneto bar e ristoranti devono chiudere alle 18, mentre in Trentino alle 22. Per questo motivo, essendo che insegna e locale si trovano in due regioni differenti, ecco che è stato necessario interpellare il commercialista che ha confermato che fa fede la sede legale del ristorante e non l’insegna. Questo vuol dire che il locale può seguire le indicazioni del Trentino, quindi chiusura alle 22.
Il dubbio è sorto perché cucina e sala si trovano in Trentino, mentre le utenze telefoniche, le bollette di luce e gas e l’azienda che effettua lo smaltimento dei rifiuti fanno capo a Vicenza. Ovviamente qualcuno ha parlato di “concorrenza sleale”, ma il problema non è del ristorante: sta solo seguendo le indicazioni della regione di appartenenza. Il disguido va ricercato nel fatto che alcune regioni hanno deciso di modificare le indicazioni offerte dal Dpcm, creando situazioni del genere soprattutto ai confini