La sentenza del Tribunale di Bologna, che ha definito l’algoritmo ‘Frank’ utilizzato da Deliveroo per valutare i rider e assegnare loro le consegne da effeturare “discriminatorio”, è basata su un “vecchio sistema”.
A sostenerlo è la stessa azienda di consegne a domicilio, che fa sapere tramite il suo General Manager italiano Matteo Sarzana che la sentenza della Sezione Lavoro del Tribunale di Bologna del 31 Dicembre 2020 “fa riferimento a un sistema di prenotazione delle sessioni dei rider che non è più in uso”.
Nonostante questo, Deliveroo prende comunque “atto della decisione del giudice” pur non condividendola.
“La correttezza del nostro vecchio sistema – spiega Matteo Sarzana in una nota di commento alla vicenda – è confermata dal fatto che nel corso del giudizio non è emerso un singolo caso di oggettiva e reale discriminazione. La decisione si basa, esclusivamente, su una valutazione ipotetica e potenziale priva di riscontri concreti: i rider, infatti, potevano cancellare la sessione prenotata fino all’ultimo momento prima dell’inizio, senza alcuna conseguenza sulla possibilità di collaborare con la piattaforma. Valuteremo con serenità la possibilità di ricorrere in appello, anche perché dal mese di novembre questa tecnologia è stata sostituita da un’altra, più moderna, che non prevede l’uso di statistiche, pertanto questa decisione non ha alcun impatto sul nostro modello di business”.