I rider scendono in piazza a Bologna per protestare: sono considerati lavoratori essenziali, ma guadagnano solo 3 euro l’ora. Durante tutti i mesi di lockdown, i rider hanno continuato a fare consegne a domicilio da una parte all’altra della città, mettendo così a rischio la propria incolumità a causa dell’emergenza Coronavirus.
Tuttavia i rider di Bologna, nonostante abbiamo provveduto a garantire il servizio, hanno parecchie lamentele da fare. Sono, infatti, considerati come un servizio pubblico essenziale, lavoratori indispensabili, qualcuno li ha definiti anche eroi, ma le loro condizioni lavorative sono peggiorate.
I rider ricordano che lavorano con contratti di prestazionale occasionale, quindi senza nessuna tutela, garanzia o diritto. E’ da mesi che i rider lamentano questa situazione, oltre al fatto di aver dovuto lavorare in condizioni critiche, spesso sprovvisti di mascherine, guanti e gel igienizzante. E si chiedono come possa un lavoratore indispensabile e essenziale essere pagato solo 3 euro l’ora: si tratta di un’evidente contraddizione.
Dopo le proteste in piazza del 1 maggio, i rider sono finalmente riusciti a ottenere in regalo 500 mascherine da parte del Comune di Bologna. Ma la contestazione non finisce qui: le piattaforme per cui lavorano devono riconoscerli come lavoratori, dotandoli di dispositivi di protezione individuale e garantendo tutte le tutele che gli spettano.