In Portogallo avanza una proposta di legge che obbligherà le aziende di trasporto e consegna cibo a considerare i rider come dipendenti e ad assumerli secondo regolari contratti. Lisbona seguirebbe così a ruota Madrid e Londra, anzi le supererebbe: in Spagna da qualche mese c’è una legge che sposta molti lavoratori da partita IVA a dipendenti. Nel Regno Unito, una sentenza della Corte Suprema contro Uber ha costretto l’azienda a riclassificare i suoi conducenti come “lavoratori” con benefici.
La legge portoghese sui lavoratori della gig economy è stata approvata dal governo la scorsa settimana ed è in attesa del voto del parlamento. Il ministro del lavoro, della solidarietà e della previdenza sociale Ana Mendes Godinho ha affermato che la legge fornirà maggiore sicurezza ai rider.
Le regole richiederanno anche alle aziende che forniscono questi servizi di condividere con le autorità informazioni su come vengono utilizzati i suoi algoritmi per gestire lavoratori e posti di lavoro. L’uso di algoritmi e intelligenza artificiale da parte delle aziende della gig economy ha attirato l’attenzione di diversi organi in Europa preoccupati per il modo in cui la tecnologia potrebbe essere ingiusta o discriminatoria.