È accaduto a Bologna: qui un rider di Winelivery è stato licenziato dall’azienda per aver strappato un biglietto inneggiante al Duce che accompagnava la consegna di vino che gli era stata commissionata.
Tutto è successo domenica 25 aprile. Luca Nisco, un ragazzo della zona di Benevento che da qualche anno vive a Bologna, da febbraio lavorava per Winelivery, piattaforma di consegne a domicilio di vino che da poco era balzata agli onori della ribalta per una contestata pubblicità con un menagé à trois.
Nel giorno della Festa della Liberazione, Nisco deve consegnare due bottiglie di vino in una casa di via San Mamolo. Il regalo è accompagnato da un bigliettino, così come da richiesta del cliente. Luca ha spiegato che, quando il cliente ordina, decide la frase che digiterà e che verrà poi trascritta da loro.
A trascrivere la frase è un collega, ma le parole dettate dal cliente gettano nell’imbarazzo tutti i rider. Il cliente, infatti, aveva chiesto che sul bigliettino fosse scritto “In questo giorno di lutto che il nostro Duce possa guidare da lassù la rinascita”. La consegna viene così affidata a Luca.
Il ragazzo, indignato per quel messaggio, sale sulla moto e va verso San Mamolo per consegnare il vino fresco entro 30 minuti. Arrivato davanti alla casa, quando la destinataria si affaccia per prendere il regalo, ecco che Luca decide di strappare il biglietto davanti a lei. La signora chiede cosa ci fosse scritto e Luca risponde “Oscenità”. Consegna poi le bottiglie e va via.
Il 26 mattina Nisco riceve una email da parte di Winelivery: l’azienda ha annullato tutti i suoi turni in quanto è stato segnalato un comportamento scorretto durante una consegna. L’azienda gli chiedeva poi di considerare nulle le lettere d’incarico: era stato licenziato.
Winelivery ha poi spiegato il perché del licenziamento a Il Resto del Carlino. Alla voce del contratto “Termini e condizioni” l’azienda si riserva il diritto di non consegnare il biglietto nel caso sia contrario al decoro, all’ordine pubblico o offensivo. Quindi in questa vicenda, il primo problema è relativo al collega di Nisco che ha trascritto il messaggio: non ha seguito le indicazioni e ha messo nero su bianco un biglietto che era contrario alla legge in quanto qui si parla di apologia al fascismo (che è un reato). Per tale motivo il collega è stato già redarguito.
E Luca? Per Winelivery il rider è colpevole di due comportamenti scorretti. In primo luogo ha violato la privacy aprendo il sacchetto e leggendo il biglietto. In secondo luogo ha strappato il suddetto biglietto davanti al cliente, un comportamento non in linea con i valori dell’azienda. Secondo Winelivery, infatti, il destinatario, essendo diverso dal mittente, è incolpevole.
Winelivery capisce il perché Luca abbia agito così, ma il ragazzo ha comunque violato il regolamento interno e per tale motivo è stata presa la decisione di licenziarlo. Secondo l’azienda, il rider poteva rifiutarsi di consegnare l’ordine e riportarlo indietro.
Ma Nisco non ci sta e adesso procederà per vie legali. Il rider, infatti, ha sottolineato che, quando gli è stata data la busta dove ha messo le bottiglie e il biglietto, questi era già aperto. Non c’è stata nessuna violazione della privacy, anche se ammette di aver sbagliato a strapparlo. Tuttavia la reazione dell’azienda è stata esagerata. Adesso bisognerà vedere come procederà la battaglia legale.