L’intervento dell’Unione Europea volto al riconoscimento dei rider come veri e propri lavoratori dipendenti (o, per gli amanti del gergo tecnico, subordinati) pare sempre più dietro l’angolo, tanto che il ministro del Lavoro Andrea Orlando si è lasciato andare a dichiarazioni particolarmente positive in proposito, parlando anche di implementazioni e misure a livello nazionale.
Nei giorni scorsi, infatti, l’Italia aveva presentato assieme ad altri Paesi europei una lettera alla Commissione Europea al fine di sollecitare un’iniziativa comunitaria per disciplinare queste categorie di lavoratori, notoriamente vittima di abusi a causa della mancanza di regolamenti specifici. E Orlando, come anticipato, si è presentato al termine della riunione con i suoi omologhi e colleghi di Bruxelles da vincitore: “Non possiamo che essere soddisfatti di questa risposta tempestiva”, ha commentato, assicurando che il percorso che si va definendo a livello europeo verrà integrato anche con “strumenti nazionali”.
“L’Italia è già intervenuta con un protocollo per contrastare il caporalato, che non riguarda purtroppo solo l’agricoltura ma anche settori tecnologicamente avanzati, ma questo non è sufficiente”, ha infine dichiarato Orlando. E la proposta europea trova anche l’approvazione del Segretario Generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi: “Dall’Europa arriva un segnale molto importante che accogliamo positivamente”, si può leggere in una nota. “Ci siamo battuti tanto negli ultimi anni per il miglioramento delle condizioni lavorative e il riconoscimento dei diritti dei riders”, ma sottolinea che “il lavoro da fare è ancora molto per assicurare regole chiare e vincolanti per tutti affinchè venga scongiurata ogni forma di sfruttamento, troppo spesso incentivato dall’assenza di regolamenti specifici”.