A Torino i rider scendono in piazza per protestare contro Glovo a sostegno di Zohaib, il fattorino che rischia la morte per aver effettuato una consegna. Ieri pomeriggio i rider hanno invaso Piazza Castello per manifestare la loro solidarietà nei confronti del giovane pakistano che lo scorso 19 dicembre è stato investito da un’auto pirata proprio mentre stava effettuando una consegna per l’azienda di food delivery.
Il ragazzo è ancora ricoverato in ospedale: la sua situazione è critica. Nel frattempo il pirata della strada è stato individuato dalle forze dell’ordine che si stanno occupando del caso. A seguito di questa vicenda, decine di lavoratori, rider e rappresentati della comunità pakistana hanno dato il via ieri pomeriggio a una protesta che ha trovato il suo fulcro in un volantino distribuito ai passanti nel quale c’era scritto che “Non si può morire per portare una pizza”.
I rappresentanti della comunità pakistana hanno spiegato che sono tanti i pakistani che svolgono questo lavoro e sottolineano le condizioni di lavoro a cui sono costretti a sottostare tutti i giorni per guadagnare pochi euro. Fra i manifestanti scesi in piazza c’era anche Federico, uno studente universitario che ha spiegato di lavorare come rider per rimediare qualche soldo.
Federico ha rivelato quello che tutti sanno: i rider lavorano a cottimo, molti vengono pagati sulla base dei chilometri fatti. Questo fa sì che si lavori 3-4 ore, con 2-3 consegne all’ora se va bene e con una paga settimanale che arriva a 50 euro. Per questo motivo i rider chiedono maggiori garanzie per quanto riguarda orario e salario minimo a tutti. Inoltre chiedono anche che vengano garantiti dispositivi minimi di sicurezza come casco e luci per bici: finora anche la politica ha parlato tanto, ma ha fatto poco di concreto.