Ricci di mare in pericolo? Uno studio italiano ha trovato la soluzione

La produzione di uova di riccio di mare prevede l'uccisione dell'animale: un metodo messo a punto da uno studio italiano, però, potrebbe presentare una soluzione.

Ricci di mare in pericolo? Uno studio italiano ha trovato la soluzione

Una ricerca del laboratorio di Ecologia Sperimentale Acquacoltura dell’Università di Roma Tor Vergata ha sviluppato un metodo che permette (e promette) una produzione sostenibile di uova di ricci di mare. La parola chiave, l’avrete intuito, è “sostenibile”: l’estrazione della gonade richiede, infatti, l’uccisione del riccio; con la specie che di fatto è stata oggetto di prelievi feroci e abbondanti negli ultimi anni.

È bene notare che più volte le autorità locali si sono adoperate per tamponare il problema: nel maggio del 2023 in Puglia è scattato uno stop alla pesca dalla durata di tre anni complessivi; e prima ancora fu il turno della Sardegna. Il nuovo approccio no-kill, denominato raking, rappresenta una potenziale soluzione. Ma come funziona?

Cos’è e come funziona il raking?

Riccio mare

La ricerca è citata in apertura di articolo, pubblicata nella rivista Nature Sustainability di agosto, ha fondamentalmente creato il metodo in questione avvalendosi dell’elevata fecondità dei ricci, in grado di produrre milioni di uova per individuo. Per sviluppare la produzione, gli studiosi hanno indotto attraverso un apposito protocollo di stimolazione una serie lotti di esemplari femmina a deporre le proprie uova.

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La stimolazione fa sì che i ricci vadano a produrre un “numero prodigioso di uova”, che vengono eventualmente “raccolte e centrifugate, prendendo la consistenza in una pasta cremosa, per l’appunto il caviale“. Il raking permette di indurre l’ovulazione ciclicamente degli stessi ricci ogni 3-4 mesi, consentendo così di ottenere il prodotto attraverso cicli di allevamento molto più brevi rispetto ai circa 3-4 anni necessari con metodi standard.

Più rapido, più efficiente, più sostenibile. I produttori, adottando questo metodo, possono sperare di superare le principali criticità che vincolano lo sviluppo dell’acquacoltura di questi organismi su scala globale; rinunciando per di più all’uccisione degli animali per estrarre le loro gonadi e rendendo dunque obsoleta la necessità di sostituire l’intero lotto di allevamento dopo ogni ciclo produttivo.