Riccardo Scamarcio si lancia nel mondo della ristorazione, e lo fa insieme ai suoi due fratelli Nico ed Ella. Gli aspetti di familiarità, per così dire, non finiscono però qui: il locale sorgerà al civico 83 di Via Bologna, ad Andria, in quella di fatto che è stata la casa della nonna. Il Club64 – questo il nome del ristorante – propone una cucina basata sulla tradizione dei prodotti locali e quattro camere annesse per gli ospiti.
Si gioca in casa, dunque, e un po’ in tutti i sensi: come i nostri lettori più informati sapranno, infatti, Riccardo Scamarcio ha vissuto i suoi primi sedici anni di vita in quel di Andria; fino a quanto decise di trasferirsi a Roma per frequentare il Centro Sperimentale di Cinema.
Tutti i dettagli del ristorante di Riccardo Scamarcio
Partiamo con il dare un’occhiata all’identità visiva del Club64 di Riccardo Scamarcio: l’atmosfera del locale, curata dall’architetto Stefania Miscetti, ricorda quella più intima e ricercata degli speakeasy degli anni Trenta, con sale relativamente piccole e arredate con velluti, drappi, tavoli di marmo e confortevoli poltrone.
Non preoccupatevi – conosciamo i nostri polli, e sappiamo che a voi – golosi – interessa anche e soprattutto approfondire l’aspetto culinario (d’altro canto, che si tratti di Riccardo Scamarcio o meno, stiamo pur sempre parlando di un ristorante, non è vero?): come abbiamo brevemente accennato in apertura di articolo la cucina è di fatto ispirata su quella che è la tradizione dei prodotti del territorio, con un menu relativamente semplice ma comunque ricco.
Tra i piatti presenti segnaliamo i frutti di mare crudi, l’astice, la tiella di riso e di patate, le orecchiette fatte in casa e gli “zitoni bruciati della pasta al forno”. Non manca, naturalmente, di che innaffiare i piatti: nella carta dei vini spicca in particolare il Rivale, un pinto nero prodotto dallo stesso Riccardo Scamarcio in quel di Polignano a Mare.
La sala, l’accoglienza e la cucina del Club64 hanno per di più potuto godere della consulenza di Franco Ricatti, patron dell’unico ristorante a due Stelle Michelin della regione (il Ristorante Bacco di Barletta, per i più curiosi); e nel resto del team spiccano anche i nomi di Fabio Roberto per l’accoglienza e di chef Giuseppe Scarcelli per quanto invece concerne la cucina.
La mossa di Riccardo Scamarcio è dunque un omaggio alle sue radici; ma anche un modo per mantenere una promessa fatta al papà. “Abbiamo rispettato la volontà di nostro padre, che non voleva vendere questa casa a cui tutti siamo molto legati” ha spiegato a tal proposito Ella Scamarcio, sorella dell’attore, intervistata dai colleghi di CiboToday. “Le abbiamo scritto addosso una nuova storia”.