Riaperture, Confartigianato: “Il governo ha ignorato il nostro impegno sulla sicurezza”

Confartigianato Alimentazione punta il dito contro il governo per aver ignorato, con l'ultimo decreto, l'impegno della ristorazione sul tema della sicurezza.

Riaperture, Confartigianato: “Il governo ha ignorato il nostro impegno sulla sicurezza”

Nel nuovo “decreto riaperture” il governo avrebbe ignorato l’impegno e le risorse messe in campo dal settore della ristorazione per mettere in sicurezza i locali. Questo – in sintesi – il pensiero del presidente di Confartigianato Alimentazione Massimo Rivoltini

“Lavorare in sicurezza – ha dichiarato Rivoltini – è il principio al quale si sono ispirate in tutti questi mesi le imprese della ristorazione che hanno investito per garantire le condizioni di tutela della salute, fornendo anche indicazioni, nel confronto con il Governo e le autorità sanitarie, per rafforzare le già severe cautele per la prevenzione del rischio. Le decisioni assunte dal Governo per le riaperture non sembrano aver recepito questo nostro impegno”.

“I criteri e le condizioni imposte per le riaperture di ristoranti, bar, gelaterie, pizzerie – sottolinea Rivoltini – appaiono ingiustificati nei confronti di attività che hanno investito in prevenzione e sicurezza e dimostrato di non incidere in alcun modo sull’andamento dei contagi. E appaiono ancora più incomprensibili se si considera che, lo scorso anno, le attività di ristorazione furono fatte riaprire il 16 maggio, senza vaccini e vaccinati”. Inoltre Confartigianato Alimentazione chiede “l’allungamento dell’orario di chiusura oltre le 22“.

“Confartigianato-Alimentazione – afferma Rivoltini- giudica discriminatorie le regole che privilegiano le imprese che dispongono di spazi all’aperto […] senza tener conto che la ristorazione è pressoché chiusa da ottobre 2020 e quindi non ha avuto effetto sulla curva dei contagi, e mentre si consente, dal 26 aprile, lo svolgimento degli sport di contatto, poi l’apertura di piscine e centri termali fino all’apertura degli stadi, tutte attività per le quali sarà difficile garantire un adeguato distanziamento interpersonale”.

E sulle cerimonie civili e religiose, Rivoltini chiede sia fatta maggiore chiarezza “evitando di aggravare la situazione delle attività di catering, ed in generale, le imprese della filiera degli eventi”.

 

Fonte: AdnKronos