Stasera su Rai 3 andrà in onda una puntata di Report contenente un’inchiesta su rider e cibo a domicilio. I dati parlano chiaro: in Italia ci sono 30mila rider che corrono per strade, cercando di consegnare il cibo il più velocemente possibile per guadagnare di più, con un giro di affari di 566 milioni di euro (35 miliardi di dollari nel mondo). Eppure non è un mondo scevro da pericoli.
Report sottolinea come, a fronte di questi numeri, i rider guadagnano molto meno. Si parla di pochi euro per ogni consegna, mentre in alcuni casi si ha diritto a un minimo orario quando non arrivano ordini. La media mensile dello stipendio è di 1.300-1.400 euro, ma lavorando continuamente, senza pause. Ma questi valori indicano sol una media: molti di loro guadagnano decisamente di meno. E non pensiate che siano solo ragazzi che pedalano forsennati per cercare di consegnare a casa il cibo ordinato via smartphone o anche la spesa fatta al supermercato: molti sono cinquantenni che hanno perso il lavoro e che non riescono a trovarne un altro.
Il lavoro del rider è un mestiere con molti doveri e poche tutele. In un anno si parla di 7 morti e 25 feriti. Tecnicamente è un sistema meritocratico. I turni vengono assegnati in base a un punteggio. Questo punteggio sale se, quando si è chiamati, non si rifiuta mai la consegna. Se rifiuti, invece, scendi in graduatoria. Più si è in alto col punteggio, più vengono assegnati turni da coprire nelle fasce più ricercate, quelle dove si ha la maggior probabilità di fare consegne. E’ un algoritmo a stabilire a chi assegnare le consegne, ma pare che ci siano problemi con esso: non solo ti segue durante il percorso, ma anche quando non si è al lavoro, almeno secondo alcune denunce.
Ma questa sarà solo la prima parte dell’inchiesta di Report. Nella seconda, infatti, si approfondirà la questione dei bilanci di aziende come Deliveroo, Uber Eats, Just Eat, Glovo e Social Food, tutte riunite nell’associazione Assodelivery. E si parlerà anche della recente legge sui rider e del sistema del cottimo.