È giusto, legittimo e forse addirittura abbastanza scontato che per abitare a lungo gli scranni più alti dell’Olimpo gastronomico sia necessaria almeno un poco di follia. Follia, si capisce, nel senso più buono che possiamo concepire: la capacità di immaginare che gli ingredienti non hanno solamente un sapore, un profumo e un colore, ma anche e soprattutto una zona d’ombra che può (e deve) essere esplorata; o forse più banalmente la capacità di non arrendersi mai all’abitudine, al banale, all’occhio appannato da ciò che è consueto. Lo sa bene René Redzepi, cacciatore-raccoglitore delle coste danesi, che per concludere la maratona di golosità festive consiglia di mangiarci direttamente l’albero di Natale.
René Redzepi o Bear Grylls?
Meglio ricordarsi di togliere palline e nastri e luci e altre decorazioni, tanto per cominciare. È un’ottima idea anche assicurarsi che il nostro albero di Natale non sia in plastica o altre fibre sintetiche, che altrimenti diventa difficile da buttare giù anche da fritto (e Dio sa che qualsiasi cosa diventa commestibile quando è fritta).
Per il resto, (quasi) tutto è valido – parola di René Redzepi, l’uomo (o comunque uno dei tanti, a onore del vero) dietro il successo di un certo Noma di Copenaghen. Lo chef danese ha di recente caricato un video sul suo profilo Instagram per parlarne, ma i nostri lettori più attenti ricorderanno forse che lo stesso Redzepi scrisse delle potenziali capacità gastronomiche dell’albero di Natale in un articolo pubblicato sul New York Times nell’ormai lontano dicembre del 2010.
Insomma, la sua non è né una provocazione né tantomeno uno scherzo a tema natalizio. “Saluti, amici di Instagram, e buon Natale” ha esordito René Redzepi nel video citato nelle righe precedenti. “Vorrei parlare un po’ del nostro albero di Natale. Nel 2010 scrissi un articolo per il New York Times che spiegava come mangiarlo”.
René fa sul serio, e per dimostrarlo si allunga e strappa una manciata di aghi con i denti, mangiandoli. “È delizioso!”. Tra i commenti del post si possono anche trovare dei suggerimenti per preparare al meglio l’albero di Natale (e no, come avrete intuito con “preparare” non intendiamo “addobbarlo”): “Un paio di cose veloci” ha scritto Redzepi “frullate per quattro o cinque minuti al massimo della velocità due manciate di aghi raccolti con mezzo litro di olio”.
“Poi lasciate riposare per una notte intera in infusione!” continua lo chef. “A questo punto filtrate, e godetevi quest’olio per qualsiasi cosa escluso il sauté o la cottura al forno”.