Verdura finta, ritagli di cartone che raffigurano frutta, fotografie di altri generi alimentari: nel Regno Unito per non lasciare gli scaffali vuoti i supermercati ricorrono a trucchi ridicoli. Il problema è la crisi della supply chain che sta mettendo in ginocchio il sistema di approvvigionamento globale, ma anche la Brexit gioca il suo ruolo, e poi come scrive il Guardian bisogna considerare che molti negozi appaiono ora sovradimensionati rispetto alla riduzione del range di prodotti offerti. Tesco ha iniziato a utilizzare immagini di asparagi, carote, arance e uva nei suoi corridoi di prodotti freschi, suscitando scherno sui social media.
Tesco have the fake asparagus out this morning pic.twitter.com/QokEJGs81W
— Patrick Dalton (@shitlondon) October 22, 2021
Gli acquirenti hanno individuato carote finte a Fakenham, asparagi di cartone a Londra, immagini di arance e uva a Milton Keynes e bottiglie di detersivo 2D a Cambridge. Sainsbury’s ha anche utilizzato i disegni di contorno degli imballaggi per riempire gli scaffali.
La carenza di autisti di mezzi pesanti, raccoglitori e confezionatori nelle aziende agricole e negli impianti di trasformazione alimentare porta a una scarsa disponibilità di alcuni articoli nei supermercati. Anche i problemi nei porti, dove gli scaricatori stanno lottando per far fronte a un’impennata delle consegne per le festività natalizie, stanno portando a mancanze.
Bryan Roberts, un analista di vendita al dettaglio di Shopfloor Insights, ha affermato di aver iniziato a vedere i ritagli di cartone dei prodotti freschi solo l’anno scorso, ma ha affermato che tattiche simili erano in atto da qualche tempo altrove nei supermercati. “È diventato abbastanza comune. Non è solo a causa della carenza, ma perché molti dei negozi più grandi ora sono semplicemente troppo grandi”.
I supermercati tradizionali, che possono stoccare più di 40.000 linee di prodotti, hanno ristretto le loro gamme di generi alimentari per migliorare l’efficienza in modo da poter ridurre i prezzi e competere in modo più efficace con discount come Aldi e Lidl, che vendono meno di 3.000 prodotti diversi. Un processo solo accelerato solo dalla Brexit e dalla pandemia, che hanno portato a carenze di personale e difficoltà nella spedizione delle merci. Supermercati e produttori hanno ridotto la gamma di diversi tipi di pasta, caffè o tè che vendono per facilitare il flusso delle merci.
Tra le altre cause, la lotta agli sprechi alimentari, e quindi la riduzione del magazzino che può portare a improvvise assenze di prodotti freschi. E l’aumento dello shopping online, che ha portato molti supermercati a non rifornirsi più di articoli non alimentari come televisori, CD o bollitori, lasciando spazi vuoti che molti non sono stati in grado di riempire con prodotti alternativi.