La più grande capacità dell’essere umano? Il sapersi arrangiare. Vi forniamo un poco di contesto: come abbiamo avuto modo di raccontarvi circa una settimana fa gli amici d’Oltremanica si trovano a dover fare i conti con la carenza di verdure e di pomodori in particolare. Le cause, come sovente capita in casi come questo, sono molteplici; e vanno da problemi climatici nei Paesi da cui, tradizionalmente, il Regno Unito importa le proprie verdure – Marocco e Spagna in primis – fino a una minore produzione nelle serre locali a causa dei costi energetici. Il risultato, in ogni caso, non cambia: ci sono pochi pomodori e i prezzi sono saliti alle stelle, spingendo molti ristoranti a razionare questi frutti e a servire pizza e pasta in bianco.
Niente pomodori, niente problemi
Il grado di razionamento, naturalmente, è direttamente proporzionale alla volontà del ristorante di risparmiare sui costi. Dati della Federazione Italiana Cuochi UK (FIC UK) alla mano, il prezzo dei pomodori è quadruplicato nel corso dell’ultimo anno, passando dalle 5 alle 20 sterline a cassa; mentre il costo dei “colleghi” in scatola è passato da 15 a 30 sterline a cassa. Come brevemente accennato i pomodori sono i principali indiziati, ma lo tsunami dei costi ha travolto anche molti altri prodotti: la lattuga, ad esempio, è passata a 7 sterline a 22.
Una situazione che è ulteriormente complicata dalla lunga ombra proiettata dalla Brexit. Enzo Oliveri, presidente di FIC UK, non lascia trapelare nemmeno un fiato di ottimismo: “Non vedo alcuna luce alla fine del tunnel”, ha commentato. Molti ristoranti, come accennato in apertura, hanno pensato bene di fare di necessità virtù e offrire ai clienti pizze senza salsa di pomodoro. “La stiamo trasformando in una tendenza perché i prezzi continuano ad aumentare, e per risolvere le carenze” ha confermato Oliveri.
Un momento decisamente difficile, in altre parole. Carmelo Carnevale, presidente del Consorzio culinario italiano, conferma quanto già dichiarato da Oliveri: “È molto stressante per noi” ha raccontato in una breve dichiarazione a The Guardian. “I pomodori sono in molti dei nostri piatti. Noi come azienda promuoviamo il “made in Italy” e dobbiamo mantenere la nostra identità senza compromettere la qualità. Non possiamo nemmeno aumentare i nostri prezzi, quindi non stiamo realizzando alcun profitto“.
Per trovare un briciolo di ottimismo e fiducia occorre volgere lo sguardo verso le autorità di settore: Andrew Opie, direttore del cibo e della sostenibilità presso il British Retail Consortium (BRC), sostiene che i problemi all’approvvigionamento saranno risolti nel giro di un paio di settimane. Fino ad allora, però, pasta in bianco per tutti.