Lo chef stellato Herbert Berger dell’Innholders Hall di Londra, nel Regno Unito, è stato denunciato da un dipendente per discriminazione religiosa. Tutto per colpa di un braccialetto sikh.
In pratica lo chef è stato citato in giudizio dopo aver chiesto a un membro dello staff di togliersi un tradizionale braccialetto sikh in quanto rischiava di rimanere incastrato nel mestolo.
Il dipendente in questione, Niranjit Moorah Singh, ha sostenuto che in venti anni di lavoro a Londra, nessuno gli aveva mai chiesto di rimuovere il suo kara, simbolo del suo impegno per la fede. Singh ha accusato Berger di aver definito il suo sikh un “braccialetto” e di avergli chiesto di smettere di indossarlo ogni volta che lo vedeva.
Singh ha poi continuato affermando di aver “paura di avvicinarsi” al suo capo per chiedergli perché non gli fosse permesso di indossarlo. Qualcuno ha paragonato questi presunti incidenti al fatto di chiedere a un cristiano di togliersi un crocifisso o a un musulmano di togliersi l’hijab.
Singh ha iniziato a lavorare per il Berger presso l’Innholders Hall nel 2010, come “personale occasionale”. Nel corso del tempo si è fatto strada fino ad arrivare al ruolo di assistente manager con uno stipendio da 30mila sterline l’anno. Tuttavia nel settembre 2020, a causa della pandemia da Coronavirus, il suo lavoro è terminato e da allora ha dovuto lottare contro la depressione.
Adesso Singh ha deciso di portare in tribunale l’ex datore di lavoro. Secondo gli atti depositati presso il tribunale del lavoro di Londra, quel braccialetto è stato donato al signor Singh dal defunto nonno malese 35 anni fa. Singh ha argomentato sostenendo che da aprile, ogni volta che Herbert vedeva indossare quel braccialetto, gli chiedeva di toglierlo. Inoltre lo chiamava “braccialetto” senza mai chiedergli cosa fosse in realtà.
L’ex dipendente ha poi continuato spiegando che in 20 anni di lavoro nessuno gli aveva mai chiesto di togliere il suo sikh e che Berger aveva argomentato la richiesta sostenendo che il braccialetto si incastrasse nel mestolo mentre saltava il cibo in padella.
Nell’attesa di capire chi abbia ragione, Berger, tre stelle Michelin con tre diversi ristoranti, aveva chiesto a luglio di respingere le accuse di discriminazione religiosa di Singh. Il tribunale aveva acconsentito, solo che poi Singh aveva dichiarato di non essere a conoscenza dell’udienza.
Così il tribunale ha deciso di concedere all’ex dipendente una seconda occasione per discutere della sua richiesta, questa volta a dicembre. Attualmente Berger ha rifiutato di commentare la questione.