È da qualche tempo ormai che vi raccontiamo delle difficoltà economiche del Regno Unito: l’inflazione galoppante ha travolto il costo della vita, coinvolgendo anche i prezzi dei beni alimentari in uno scenario che potrebbe di fatto ancora peggiorare a causa dell’imperversare della guerra in Ucraina. Così, mentre le vendite al dettaglio sono trainate da tabacco e alcolici, lo stesso capoccia della Banca d’Inghilterra non ha esitato a definire la situazione del settore agroalimentare “apocalittica”, affermando all’interno della stessa frase di essere “impotente” nella lotta contro il tasso d’inflazione.
I prezzi nelle terra della Regina stanno aumentando al ritmo più veloce degli ultimi 30 anni travolgendo di fatto le famiglie a reddito medio o basso, che si trovano a fare i conti con un budget sempre più compresso: “Il principale motore dell’inflazione e ciò che la riduce è il grandissimo shock al reddito reale che proviene da forze esterne e, in particolare, dai prezzi dell’energia e dai prezzi globali dei beni” ha commentato durante un intervento alla Camera dei Comuni Andrew Bailey, Governatore della Banca d’Inghiliterra, sottolineando come l’impatto sulla domanda interna potrebbe anche fare aumentare la disoccupazione, e invitando allo stesso tempo i cittadini britannici – in particolare quelli che già percepiscono un reddito elevato – a non chiedere aumenti salariali.
I parlamentari hanno reagito in maniera piuttosto piccata ai commenti di Bailey, chiedendogli se di fatto i funzionari della Banca si fossero addormentati mentre l’inflazione continuava a salire; e il Governatore ha risposto spiegando che nessuno avrebbe potuto prevedere l’inizio del conflitto in Ucraina e le relative conseguenze. Il clima emerso nel corso dell’intervento di Bailey, in ogni caso, è di cauta sfiducia; con appena una manciata di parlamentari che ha provato a difendere l’operato della Banca d’Inghilterra mentre cerca di navigare un periodo storico particolarmente difficile.