L’inflazione dei generi alimentari nel Regno Unito ha raggiunto il 9,9% nelle quattro settimane precedenti al 10 di luglio – un’impennata che, secondo gli statisti, aggiunge circa 454 sterline alla spesa alimentare media dei cittadini. Non dovrebbe dunque sorprendere, in questo contesto, apprendere che di fatto quasi un britannico su due ha ridotto sensibilmente i propri acquisti di cibo: con i prezzi che continuano a gonfiarsi, infatti, sono sempre di più le persone che si trovano costrette ad alleggerire il proprio carrello della spesa – o a ricorrere, in alternativa, a prodotti più economici.
E la galoppata del tasso di inflazione non accenna certo a fermarsi: secondo Kantar, una società che si occupa di analisi di mercato, il valore attuale è il secondo più alto da quando ha cominciato a monitorare i prezzi, e con ogni probabilità verrà scavalcato da un nuovo record entro il mese di agosto con picchi del 15% – anche se le previsioni per il prossimo anno presentano un ancora più preoccupante tasso del 20%. In questo contesto, come abbiamo accennato, i cittadini spostano la propria attenzione verso i discount: Lidl è la catena che può vantare la più rapida crescita con vendite in aumento del 13,9%, mentre Aldi’s registra aumenti dell’11,3%. “Oltre il 67% delle persone in Gran Bretagna ha fatto acquisti in un Aldi o in un Lidl nelle ultime 12 settimane” si legge nel rapporto redatto dagli analisti di Kantar “con 1,4 milioni di famiglie in più che hanno visitato almeno uno dei discount negli ultimi tre mesi rispetto allo scorso anno”. Interessante notare, per di più, che nelle ultime dodici settimane le vendite totali dei supermercati nazionali hanno registrato una crescita dello 0.1% – la prima da aprile 2022.