Il gruppo Rockfish, che di fatto comprende nove ristoranti di pesce nelle contee del Devon e del Dorset, nel Regno Unito, ha recentemente annunciato di voler rimuovere dai propri menu il merluzzo, citando come causa principale l’aumento del costo della specie ittica in questione. Nello specifico, ciò che pesa sul bilancio sono le sanzioni contro le barche russe che di fatto fornivano fino al 40% delle importazioni di merluzzo: sanzioni che, unite al conseguente aumento della domanda e del prezzo del pesce proveniente dai pescherecci non russi hanno innescato diversi problemi (di natura economica e non) nella catena di approvvigionamento.
La novità entrerà in vigore a partire dall’11 di luglio, e di fatto si tratta di una decisione presa per “evitare di rendere antieconomico il merluzzo per il gruppo del ristorante e i clienti”, come ha spiegato Mitch Tonks del gruppo Rockfish. “Sono ben consapevole che in alcune parti della Gran Bretagna fish and chips significa merluzzo and chips” ha spiegato Tonks, spiegando però che si tratta di un’ottima occasione per celebrare quella che a tutti gli effetti è un’ottima stagione della pesca britannica, con catture abbondanti di nasello, passera di mare, gallinella ed eglefino. Quando si dice guardare il bicchiere mezzo pieno!
Altri ristoranti facenti parte del gruppo hanno invece tentato una soluzione più democristiana, riducendo le porzioni di merluzzo senza tuttavia ritirarlo del tutto dal menu. “Abbiamo cercato di ridurre leggermente le porzioni soprattutto sui piatti da asporto, così non dobbiamo aumentare troppo i prezzi” ha spiegato a tal proposito Lorraine Arnold, di Pier Point Fish and Chips a Torquay. Difficile dire quale filosofia si rivelerà la migliore: negare del tutto la vendita e attendere che i prezzi si calmino o ridurre le porzioni per dare un contentino al cliente, aumentando però il prezzo?