Fermi tutti – ma che è successo? Un paio di settimane fa tirava un’aria così carica di ottimismo in quel d’Oltremanica che l’abbiamo sentita pure noi, tanto da avervi raccontato di come i Mondiali in Qatar avrebbero potuto salvare il settore dell’ospitalità del Regno Unito dalla cupa ondata del caro bollette; e ora titoliamo che la Coppa del Mondo ha in realtà fatto del male a bar e ristoranti? Ma che è successo? Per carità, è vero – l’Inghilterra è stata eliminata dalla competizione, e certamente questo avrà in qualche modo influito sull’andamento dei consumi; ma il binomio birra-partita avrebbe dovuto comunque esercitare un certo fascino sui cittadini inglesi e beh, in un certo senso, è stato proprio così. Cerchiamo di capirci qualcosa insieme.
Dove preferireste guardare la Coppa del Mondo?
La domanda è legittima. Se avete intenzione di trovarvi con gli amici di sempre per tifare per la vostra nazionale ai Mondiali, dove preferireste andare? Un ristorante a lume di candela, un cocktail bar con la luce soffusa o un pub bello vivace? Se la vostra risposta, decisa e sonante, è “Al pub!”, beh, avete già capito dove sta il problema. A raccogliere i maggiori benefici della Coppa del Mondo sono stati proprio i pub, con vendite in aumento dell’8,1% su base annua secondo una recente indagine redatta da NielsenIQ in collaborazione con The Coffer Group e RSM UK.
In altre parole, l’ottimismo di cui parlavamo in apertura ha trovato, in un certo senso, un riscontro concreto nella realtà. L’ondata di entusiasmo per l’evento, tuttavia, pare non abbia coinvolto allo stesso modo i “cugini” dei pub inglesi, ossia i bar e i ristoranti: basti pensare che, stando ai dati contenuti nella sopracitata indagine, le vendite dei ristoranti sono diminuite dello 0,8% rispetto a novembre 2021 e le vendite nel segmento dei bar sono diminuite addirittura dell’8,6%.
Un brutto colpo, non c’è dubbio; reso ancora più amaro da un contesto di partenza tutt’altro che amichevole. “Con ristoranti e bar che lavorano molto al di sotto delle aspettative, il tasso di inflazione in salita, la spesa dei consumatori sotto pressione e gli scioperi ferroviari che minacciano l’affluenza festiva, sarà un dicembre difficile per il settore” ha commentato a tal proposito Karl Chessell, direttore per gli operatori dell’ospitalità e del cibo, EMEA presso CGA. “La spirale dei costi lascia molte aziende del settore alberghiero in uno stato di assoluta fragilità, e con nessuna tregua in vista ci vorrebbe un sostegno governativo urgente e mirato per proteggere le imprese e i posti di lavoro”. In altre parole, l’inverno rimane il grande spartiacque: riusciranno le imprese inglesi a sopravvivere ai rigori della stagione fredda?