Dal Regno Unito arriva la proposta di pagare gli agricoltori che, durante i mesi invernali, si occuperanno della semina di piante che “legano” il terreno, in modo da trattenere il terriccio che altrimenti andrebbe a riversarsi nei fiumi durante le forti piogge: si tratta di una misura volta a spronare il settore agricolo ad allontanarsi da pesticidi e fertilizzanti, ma i critici sostengono che sia un progetto troppo poco ambizioso.
Procediamo con ordine: prima della Brexit, quando l’UK se ne stava sotto l’ombrello della politica agricola comune dell’UE, gli agricoltori ricevevano denaro dai contribuenti in proporzione alla quantità di terra posseduta. Ora, tuttavia, il Governo inglese opera solamente in quelli che definisce “soldi pubblici per beni pubblici”: i pagamenti, quindi, saranno distribuiti solo per la protezione delle specie, per piantare alberi e siepi, ridurre le emissioni di gas serra o proteggere corsi d’acqua e suolo. Ora, con l’introduzione di questo incentivo per l’agricoltura sostenibile, gli agricoltori locali saranno ricompensati per la protezione del suolo, con la speranza che nel tempo li spinga verso la riduzione dell’uso di fertilizzanti e pesticidi in favore di metodi più green come la gestione integrata di insetti e parassiti. Tutto, essenzialmente, va a incastonarsi nella necessità di contrastare la crisi di impoverimento del suolo che sta dilagando anche dalle nostre parti.
Come vi abbiamo anticipato nell’introduzione, tuttavia, anche in questo caso non mancano le critiche. Ad esempio Tom Bradshaw, vicepresidente del sindacato degli agricoltori, si è lamentato per la mancanza di dettagli, e ha sottolineato quanto sia fondamentale che il progetto riconosca i costi che gli agricoltori dovranno sostenere. Altri, come una portavoce del Wildlife Trust, si è espressa in termini più pepati, definendo l’iniziativa “disperatamente poco ambiziosa” mentre sarebbe necessario un qualcosa che sproni gli agricoltori a fare di più. “Il governo ha l’opportunità irripetibile di portare l’agricoltura da una delle principali cause di declino della fauna selvatica del Regno Unito a svolgere un ruolo centrale nel recupero della natura”, ha commentato. “Ma invece sta sprecando la possibilità di cambiare il nostro status come uno dei paesi più poveri di natura nel mondo”.