Alla fine il DDL Concorrenza è stato approvato anche al Senato. Il che vuol dire che fra limiti un po’ più lassi per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche (se no come fanno le reti di telefonia mobile 5G?) e maggiori tutele per le botteghe storiche, verrà implementato un regime semplificato per quanto riguarda dehors e tavolini all’aperto. Questo almeno fino a fine 2024, poi si vedrà.
Cosa vuol dire questo per il discorso dehors?
Attenzione: il suddetto testo è valido solo se verrà di nuovo approvato dalla Camera. Eh sì, perché come per tutti i DDL, prima è stato approvato in prima lettura a palazzo Madama e adesso dovrà passare in seconda lettura alla Camera.
Quello che a noi interessa di questo DDL, più che il 5G, è la questione dehors e tavolini all’aperto. In pratica si è deciso di prorogare fino a dicembre 2024 il regime semplificato adottato per dehors e tavolini all’aperto. Decisione che, neanche a dirlo, ha ricevuto il plauso delle associazioni imprenditoriali che fanno ampio uso di dehors e tavolini all’aperto.
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, durante l’Assemblea annuale di Fipe-Confcommercio (quella dove è saltato fuori che nel settore della ristorazione continuano a mancare camerieri e baristi e che a fronte di tante nuove aperture sono molte di più le chiusure), ha spiegato che tale proroga permetterà ai ristoratori di garantire un servizio migliore ai cittadini, ai consumatori e alle famiglie negli spazi urbani.
Secondo Urso la presenza di dehors e tavolini all’aperto aiuta anche il decoro dei centri storici, soprattutto nelle aree più svantaggiate.
Curiosamente non tutti probabilmente sarebbero d’accordo sul fatto che dehors e tavolini all’aperto aiutino il decoro. Tutto dipende, infatti, dalla regolamentazione e da quanto intralcino il passaggio di pedoni e automobili.
Non a caso, proprio mentre il Senato approva il DDL Concorrenza, ecco che a Roma si è deciso di dare una stretta al problema dei dehors selvaggi nelle zone di Trastevere e Borgo. La capitale, infatti, ha deciso di ridurre il numero di tavolini all’aperto in queste zone. Ma non solo: ci saranno anche nuovi criteri da rispettare nel centro storico, comprensivi di un catalogo di arredi fra cui scegliere in modo da evitare che la città diventi un caos di tende e ombrelloni di colori e forme diverse.
Roberto Gualtieri, il sindaco e Monica Lucarelli, l’assessore alle Attività Produttive, hanno da poco presentato le nuove regole inerenti l’occupazione del suolo pubblico a Roma. Prima di tutto: la superficie totale di strade e piazze di Roma occupate da dehors, pedane e tavolini vari non cambierà rispetto al periodo pre pandemia, anche se forse non si noterà la differenza per un altro anno visto che il DDL Concorrenza ha esteso la proroga per quanto riguarda l’occupazione del suolo pubblico per un altro anno in qualità di ristoro per le perdite provocate da restrizioni e lockdown.
Le nuove regole, infatti, riguarderanno le concessioni che ristoranti e bar hanno da sempre chiesto ai Comuni. Con il nuovo regolamento Roma è divisa in tre zone:
- sito Unesco (cioè la parte dentro le mura)
- Città Storica
- Suburbio (che chiamarla periferia suonava brutto)
La superficie di suolo pubblico occupabile varierà a seconda delle zone. Nel Suburbio arriva al massimo dei 3/3 della superficie, con un massimo di 3 stalli auto. Nella Città Storica si arriva a 2/3 della superficie, sempre con pedane per un massimo di 3 stalli auto. Nel sito Unesco, invece, si arriva a un massimo di 1/3. Nelle altre zone, invece, il massimo è la metà della superficie. E qui non saranno concesse pedane.