Se pensate che Red Bull vi metta le ali, come dice la pubblicità, forse fareste bene a ricredervi, visto che in Canada c’è chi ha fatto causa all’energy drink per l’equivalente della nostra pubblicità ingannevole, e Red Bull a breve si troverà probabilmente a rimborsare i clienti scontenti che credevano che, bevendola, gli sarebbero cresciute le ali, o almeno sarebbero migliorate le loro prestazioni fisiche.
Avete presente quegli avvisi assurdi che ogni tanto si trovano sui prodotti in commercio e che ti avvisano, ad esempio, che non è il caso di infilare il gatto nel microonde o che non si può usare un detersivo lava vetri per condire l’insalata? Ecco, sono stati aggiunti a seguito di alcune segnalazioni o denunce di clienti che quelle cose le avevano fatte, e si sono poi lamentati con le case produttrici per non averli avvisati del rischio. Et voilà, ecco lì comparire l’avviso di non ingerire lo stecchino del gelato direttamente in etichetta.
E la mamma degli sbadati è sempre incinta, visto che pare sia in corso un accordo di 640mila dollari tra Red Bull e un canadese, Michael Attar, che ha intentato causa contro il marchio del più celebre energy drink del mondo già nel marzo 2016, accusando la Red Bull di pubblicità ingannevole, perché la sua bevanda non mette le ali. Non in senso letterale, ovviamente, ma nemmeno in senso metaforico.
Il consumatore canadese afferma infatti che la bevanda, spacciata per energetica, non abbia in realtà effetti migliori di un normale caffè. Insomma, le ali promesse non sarebbero spuntate né per lui né per tutti i consumatori canadesi che hanno acquistato Red Bull negli ultimi due anni, e che possono registrarsi a un sito web pensato per una class action, ottenendo un risarcimento pari a una decina di euro.
[Fonte: NewsWeek]