I provvedimenti presi dal questore di Milano contro attiviste e attivisti di Ultima Generazione non sono bastati a impedire al gruppo di portare a compimento un altro blitz, il quarto nel giro di poche settimane. Stavolta Cracco è stato risparmiato, ma lo sfondo della protesta è rimasto quello: la Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. L’oggetto di scena è passato dal vino versato a una valanga di frutta e verdura rovesciata sul pavimento, con annesse spiegazioni del gesto ai passanti.
Il giusto prezzo, a che prezzo?
Il nostro ultimo auspicio in merito alle ripetute proteste di Ultima generazione era stato che i Dacur e i Fogli di via emessi per le e i responsabili dei blitz economico-ecologici presso il ristorante Cracco fossero sufficienti a risparmiare lo chef e il suo personale da ulteriori attacchi – e diciamo che in parte è stato così.
Se Cracco non è stato il diretto interessato del quarto blitz a firma Ultima Generazione, lo scenario è stato comunque quello del salotto milanese, dove lo scorso fine settimana altri attivisti hanno rovesciato scarti di frutta e verdura sul pavimento policromo. Una mossa un po’ contradditoria, che ci ricorda quando Finish si era schierata contro lo spreco di acqua piazzando in strada un enorme cassonetto di plastica.
Può la lotta per la giustizia alimentare passare per lo spreco di frutta e verdura (li chiameranno anche scarti, ma a guardarli dalle foto diremmo che ne sarebbe venuto fuori un bel brodo vegetale per una mensa intera)? E può la battaglia per il giusto prezzo interferire sul lavoro di un’attività ristorativa che impiega lavoratrici e lavoratori e che coinvolge realtà economiche che hanno spesso un impatto ambientale ridotto? Condividiamo i valori di base della campagna Il giusto prezzo, ma giunti al quarto blitz scenografico, continuiamo a chiederci se i mezzi usati siano quelli giusti.