Decenni di fantascienza hanno più o meno sdoganato e certamente mitizzato il teletrasporto. Passare da uno spazio all’altro senza passare dal via: la formula magica per risolvere ogni nodo logistico e organizzare ferie senza lasciare tre quarti del budget in spostamenti. La parola chiave, l’avrete intuito, è magica. Ma la nostra è una rivista gastronomica, e quindi anziché discutere di aerei e navi e treni e chissà che altro parliamo di cibo.
Insomma, la domanda sorge spontanea, anche se naturalmente appesantita da un certo bagaglio di ironia: quanto siamo lontani dal teletrasportare il cibo? La scomposizione molecolare nella sua forma più “tradizionale”, per così dire, è ancora appannaggio delle Guerre Stellari. Un’azienda, però, ha trovato il modo per “teletrasportare” digitalmente il profumo di un alimento.
Come funziona il “teletrasporto” di profumi?
Ai nostri lettori più attenti non sarà sfuggito l’uso delle virgolette. Ebbene, sono doverose: gli amici di Osmo – questo il nome dell’azienda – non hanno messo le mani su una tecnologia aliena, né sulla magia uscita dal Signore degli Anelli. La loro bacchetta magica, di fatto, si chiama intelligenza artificiale.
Cercheremo di essere brevi ma precisi: l’idea è quella di scomporre gli elementi costitutivi di un dato aroma (ossia le molecole), mapparli digitalmente e dunque “stamparli” da zero, un po’ come si fa già con il latte o la carne. Facile facile, no? Immaginatevi una sorta di “naso elettronico” (che tanto la lingua esiste già) in grado di analizzare un dato aroma, come quello di una prugna.
Il nostro “naso elettronico” scompone l’aroma di prugna in singole molecole e le riorganizza in una sorta di “mappa” che contiene caratteristiche e “struttura”, per così dire, del profumo. Questa mappa digitale, creata per l’appunto dal “naso”, viene dunque passata a una stampante che la ricrea producendo l’essenza distillata dell’aroma di prugna. La “mappa”, in altre parole, è una sorta di libretto di istruzioni dell’IKEA: “come assemblare il profumo di prugna”.
La lettura proposta dal CEO di Osmo, Alex Wiltschko, è davvero affascinante: “Se l’aroma ricreato è uguale a quello originale, significa che siamo stati in grado di fornire all’intelligenza artificiale il senso dell’olfatto“. Teletrasporto dei profumi, dunque: chi ha detto che era fantascienza?