Quella del furto al supermercato è una pratica sempre più comune, sempre più tragicamente macchiata dalla necessità e dunque sintomo di un malessere sociale ed economico evidentemente sempre più diffuso. D’altro canto, uno sguardo anche distratto alla classifica dei prodotti più rubati rivela immediatamente che l’apice è occupato dai generi alimentari, carne in primis; poi seguiti dagli alcolici e ancora attrezzi da lavoro e capi d’abbigliamento.
A fare luce su questo particolare fenomeno è il report “La Sicurezza nel Retail in Italia 2023” condotto da Crime&tech, spin-off di Università Cattolica del Sacro Cuore-Transcrime, con il supporto di Checkpoint Systems; che oltre a creare la sopracitata classifica ha svelato i numeri e le tendenze dietro ai furti nei supermercati italiani.
La matematica dei furti al supermercato
Lo studio in questione ha preso in esame oltre 103 mila singoli eventi criminali registrati nei supermercati distribuiti su tutto il territorio nazionale nell’arco temporale che spazia dal 2021 ai primi nove mesi del 2023: numeri alla mano, si calcola che il valore totale della merce rubata o recuperata si attesta sui 4,6 miliardi di euro con un valore medio della merce di circa 40 euro; a cui di fatto andrebbero sommato gli altri 2,1 miliardi investiti dalle singole aziende per sistemi antitaccheggio, sistemi di sorveglianza e guardie giurate.
È interessante notare, come abbiamo accennato in apertura di articolo, che nel capitolo dedicato ai furti esterni le tipologie più prevalenti siano il più classico taccheggio (tant’è che l’82% delle aziende ha registrato un aumento dei casi) seguito dal furto di necessità, che addirittura segue una tendenza ascendente dall’ormai lontano 2019 e che prende di mira soprattutto i beni di prima necessità, come per l’appunto i generi alimentari.
I taccheggiatori, stando a quanto rilevato dallo studio, agiscono affidandosi alla tecnica del grab and run, o “prendi e corri” (nome decisamente eloquente che, confidiamo, non necessita di altre spiegazioni), o forse più banalmente andando a rimuovere direttamente le etichette antitaccheggio.
Quello dei cosiddetti “furti esterni” è tuttavia solo un capitolo: i furti e le frodi interne al supermercato rappresentano di fatto la seconda causa di natura criminale delle differenze inventariali. Tra le modalità più segnalate spiccano il furto della merce a opera di dipendenti, seguita dall’annullamento totale o parziale degli scontrini, il furto di denaro dalla cassa e il reso di merce fraudolento, con i cassieri che risultano essere i dipendenti più frequentemente coinvolti.
Non manca, infine, una sezione dedicata ai furti o alle frodi da parte di fornitori di servizi logistici: l’83% dei supermercati ha dichiarato di essere stata vittima di queste pratiche, mentre due terzi ha registrato furti o frodi da parte di fornitori di altri servizi (66%), quali ad esempio società di sicurezza, pulizia e vigilanza.