Puglia: ulivi distrutti dalla mafia

Puglia: ulivi distrutti dalla mafia

Oro verde lo chiamano, oppure oro liquido: l’olio extravergine di oliva è una delle ricchezze che più fan parlare dell’Italia. Gli ulivi costeggiano le nostre campagne da nord a sud, e fa male sapere che un giorno sì e l’altro pure sono vandalizzati e distrutti. Accade sovente in Puglia, e Coldiretti parla di attacco mafioso. Una vera e propria minaccia, o per concorrenza o per mancato pagamento dei pizzi – si ipotizza.

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Accade a Terlizzi nell’azienda Olio Pileri questa volta, e sono 25 ulivi quelli presi di mira: tutti di Coratina, per metà bicentenari, i tronchi spezzati e le piante più giovani e produttive danneggiate. E se Coldiretti Puglia parla di uno sfregio al made in Italy con lo scopo di “distruggere la concorrenza e il libero mercato legale, soffocando gli imprenditori onesti”, dall’azienda rappresentata da Ottavio Pileri arrivano previsioni nefaste.

La sicurezza nelle campagne

ulivo

Tre mesi fa si era verificato un episodio analogo e, nonostante la denuncia e il tentativo di raccogliere i frammenti, il risultato fu purtroppo “doppio zero come la farina. Se li prendi i responsabili li prendi in flagrante, altrimenti niente”. Ad ammetterlo è Nicola D’Orfeo, presidente della Coldiretti di Terlizzi, che ora confida in qualche indizio catturato dalle telecamere di sorveglianza posizionate lungo le strade di accesso limitrofe. Intanto, olivicoltori e agricoltori in genere temono recidive, e Pileri parla a nome di tutti: “dobbiamo cercare di capire il perché di quanto accaduto e per gli addetti del settore è necessario comprendere il futuro dell’olivicoltura”. Sì perché più la produzione agroalimentare pugliese cresce più la criminalità aumenta: racket, estorsioni, truffe, furti di mezzi e attrezzature agricole, abigeato.

Ronde di vigilanza

Sono molti gli agricoltori, che, preventivamente, decidono in autonomia o coalizzandosi tra vicini di vegliare soprattutto durante le ore notturne. Tuttavia, Nicola D’Orfeo non crede sia la soluzione: “non servono più le pattuglie, oggi con un monitor puoi vedere tutto con la videosorveglianza. Bisogna solo sapersi organizzare, le ronde possono servire, ma con la tecnologia si capisce che fine può fare l’olio rubato, mica puoi nasconderlo in camera da letto”.

Il futuro del mondo olivicolo

Nell’ultimo anno i prezzi dell’olio d’oliva sono saliti anche a causa della guerra, ma questo fattore è solamente uno dei problemi ben più radicati che attanagliano l’oro verde nostrano. Ottavio Pileri sostiene che “le stime produttive mondiali calcolano circa 18 milioni di tonnellate di olio extravergine a fine campagna, con un gap di 10 milioni tenendo conto del tracollo spagnolo, dei 3 previsti per l’Italia e dei 4 per la Grecia. Dunque i prezzi saranno stratosferici”.

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Per quanto riguarda il problema degli attacchi, invece, conclude Coldiretti Puglia: “il mondo della produzione agroalimentare è sotto attacco perché rappresenta, se opportunamente valorizzato, il motore di uno sviluppo diffuso per l’intera regione che nel 2022 ha raggiunto, nonostante le minacce del clima e della siccità, il valore di oltre 3 miliardi di euro di produzione lorda vendibile e oltre 5 miliardi di valore dell’agroalimentare”. E, si sa, le organizzazioni mafiose temono poche cose quanto lo slancio autonomo e forte di un settore in cui esigono l’esclusiva.