La Puglia brucia di un fuoco dupice: uno forse più spietato, ignaro della condizione dell’uomo ed esacerbato dalle condizioni di siccità, e uno folle, frutto della stessa azione dell’uomo – tanto che stando alle rilevazioni di Coldiretti il 60% degli incendi in questione sono innescati volontariamente. L’emergenza si allarga chiaramente a coprire anche il settore agricolo: le fiamme lambiscono i campi di grano, i pini e gli alberi da frutto, e il Salento in particolare è avvolto dal fumo, con “i roghi alimentati dall’abbandono dei campi con gli ulivi che si sono seccati a causa della Xylella“.
Tornando alle stime redatte dalla Coldiretti regionale, si calcola che per ricostruire il verde devastato dal morso del fuoco saranno necessari fino a 15 anni; mentre gli agricoltori locali si trovano a dover fare i conti con l’ennesima emergenza che di fatto rischia di mandare in fumo il frutto del lavoro degli ultimi mesi – già macchiati dai più recenti aumenti dei costi di produzione -, rischiando di annullare ogni potenziale fonte di reddito. A tal proposito, Coldiretti ha emesso una nota con alcune precauzioni da adottare per allontanare il rischio di incendi: “Soprattutto nelle campagne non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall’automobile, e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi” si legge. “La prima regola per non causare l’insorgenza di un incendio è quella di evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via che il fuoco sia spento”.