Il consumo di pecorino sardo è aumentato del 10%. Dopo l’inizio della protesta dei pastori sardi, che lamentano un prezzo di acquisto del loro latte troppo basso, tanto da non starci più dentro con le spese di produzione e affini, anche grazie alle iniziative a sostegno del loro lavoro, qualcosa comincia a muoversi. E mentre si aspettano decisioni anche dalla politica, i consumatori scelgono da che parte stare.
Le stime sono della Coldiretti e riguardano la seconda decade del mese di febbraio, in confronto con quella precedente dello stesso mese. In seguito alle proteste dei pastori sardi in tutta Italia, i consumatori hanno deciso di sostenere la loro campagna nata per cercare di avere un prezzo del latte più giusto ed equo.
Non sono mancate iniziative volte a promuovere uno dei prodotti principe delle nostre tavole, come il pecorino romano. Come il Pecorino Day di Campagna Amica. E non sono nemmeno mancate iniziative della grande distribuzione (coinvlti marchi come Auchan Retail, Bennet, Carrefour, Despar, Esselunga, Famila, Pam, Selex). Iniziative a sostegno dei pastori anche da parte di Conad e Coop.
Coldiretti sottolinea che questa solidarietà diffusa, volta a sostenere i prodotti locali, contrastando anche il fenomeno dei tarocchi alimentari, deve ora arrivare agli allevamenti coinvolti da una crisi che non ha precedenti. La prossima settimana il Prefetto di Sassari darà il via a un tavolo tecnico per fissare un prezzo equo del latte di pecora. Che oggi non riesce a coprire nemmeno i costi di produzione.
L’associazione aggiunge poi che questo impegno servirà a salvare 6.2 milioni di pecore e a continuare un antico mestiere ricco di tradizioni come quello del pastore, utile anche per difendere la biodiversità del territorio locale.