Si può dire che gli agricoltori che stanno portando avanti quella che è stata ribattezzata come protesta dei trattori abbiano ottenuto, almeno per il momento, una prima vittoria. L’UE, infatti, per ora si è piegata a parte delle loro richieste, concedendo una proroga alla deroga relativa ai terreni a riposo. Che per gli agricoltori vuol dire avere i fondi, ma senza condizioni.
Prosegue la protesta dei trattori, vittoria sui terreni a riposo
La Commissione Europea ha appena annunciato una proroga alla deroga relativa alla Pac (la politica agricola comune) inerente i terreni a riposo. Detto molto semplicemente: tale regola prevedeva in origine che gli agricoltori che avessero voluto accedere agli aiuti comunitari, avrebbero dovuto lasciare delle quote di terreni a riposo. Il motivo di questa condizione appare abbastanza chiaro, soprattutto se si pensa nell’ottica della sostenibilità e della protezione della biodiversità.
Ma la cosa agli agricoltori non è piaciuta. O meglio: se leggiamo fra le righe, gli agricoltori stanno in parte protestando perché vogliono sì i soldi degli aiuti comunitari, ma senza rispettare le condizioni previste. Un po’ assurdo, no? Come se andassi in banca e pretendessi un prestito, ma senza voler rispettare i vincoli richiesti.
A dare l’annuncio di questa proroga è stata Margaritis Schinas, il vicepresidente dell’esecutivo comunitario. La condizione relativa ai terreni a riposo è stata inserita per rendere maggiormente sostenibile il settore agroalimentare. In realtà per ottenere i fondi della Pac, gli agricolori, nelle intenzioni dell’UE, dovrebbero rispettare nove condizioni che apporterebbero benefici all’ambiente e al clima.
Inoltre queste condizioni richieste si dovrebbero applicare a circa il 90% della superficie agricola usata nell’Unione Europea. La richiesta in esame era quella di riservare una quota minima di terreno coltivabile ad aree non produttive, quindi lasciare una piccola porzione di terreno agricolo non coltivata, anche solo come terreno incolto o con siepi e alberi. Inoltre le aziende agricole più piccole, quelle con meno di dieci ettari di terreno soltivabile, erano esentate da questo obbligo.
Ma agli agricoltori la cosa non è per niente piaciuta, ed ecco che hanno iniziato quella che è diventata la protesta dei trattori. E adesso la Commissione ha deciso di piegarsi momentaneamente alle loro richieste, offrendo la possibilità agli agricoltori di essere esentati da tale condizione. Questo vuol dire che gli agricoltori che in Europa si occupano di colture che fissano l’azoto, quindi le leguminose di solito o che coltivano colture intercalari sul 7% dei loro seminativi, saranno considerati conformi ai requisiti e dunque esentati dal dover lasciare improduttivo o incolto il 4% dei loro terreni, pur continuando a ricevere i fondi della Pac.