Andiamo in Veneto perché qui la Guardia di Finanza ha condotto un’operazione che ha portato a un maxi sequestro di 5mila litri di Prosecco contraffatto. L’operazione in questione è stata battezzata Opson X e ha previsto controlli nei territori di Belluno, Treviso e nella zona del marchio Valdobbiadene.
L’operazione ha previsto diversi controlli. Il primo ha interessato un’azienda di Treviso: qui le Fiamme Gialle hanno trovato nello stabilimento 1.700 litri di vino bianco, tutto imbottigliato senza etichette o indicazioni di origine. Inoltre hanno riscontrato la presenza di altri 1.800 litri di vino imbottigliato, in eccesso rispetto a quanto indicato nei registri contabili.
In aggiunta nei magazzini sono strati trovati 1.100 kg di zucchero semolato: la legge ne vieta la detenzione negli stabilimento enologici in quantità che eccedano i 10 kg, proprio per evitare adulterazioni (modificazione della composizione analitica del prodotto tramite aggiunta o sottrazione di alcune componenti) e sofisticazioni (aggiunta all’alimento di sostanze non facenti parte della sua composizione).
Il secondo controllo si è svolto nel territorio di Valdobbiadene. Qui la Guardia di Finanza ha fermato un veicolo commerciale che stava trasportando 984 bottiglie di vino bianco. Il prodotto proveniva da un’azienda agricola della zona di Belluno ed era diretto a un consumatore privato di Valdobbiadene. Sul documento di trasporto quel vino era dichiarato come Prosecco Doc, tuttavia sull’etichetta e sulle fascette non c’era nessuna informazione in merito all’origine e alla qualità del prodotto.
Dopo aver sequestrato il vino trasportato sul furgone, ecco che il controllo si è esteso anche all’azienda agricola di partenza. Qui sono stati sequestrati altri 1.185 litri di Prosecco Doc di natura sospetta.
Luca Zaia, presidente della regione Veneto, ha duramente condannato questi tentativi di contraffazione. Zaia ha definito questa vicenda non solo un reato, ma un “sacrilegio”. Luca Zaia ha sostenuto che queste persone hanno fatto quanto di peggio fosse possibile per rovinare il buon nome delle produzioni vinicole venete: “vino scadente contraffatto, Prosecco tarocco e zucchero”.
Zaia ha continuato ribadendo che in Veneto il vino è “sinonimo di identità, genuinità e territorio, un brand mondiale che dobbiamo difendere con ogni mezzo lecito. Questi traditori di un simbolo storico di qualità, fanno molto male anche alle migliaia di grandi, bravi e onesti produttori nostrani”. Anche perché il Prosecco rappresenta il 40% dello spumante italiano all’estero.