Lo aveva annunciato tra le polemiche il presidente della regione Veneto Luca Zaia : il Prosecco Rosé è una realtà, che però – nonostante il boom di richieste – non esiste.
Non è una vita facile quella dei produttori di Prosecco, che vedono il loro vino sì avere un enorme successo, soprattutto all’estero (è il vino italiano più esportato al mondo, lo ricordiamo), ma continuamente bistrattato. Non solo da prodotti ultra commerciali come il Pearsecco, bevanda frizzante in lattina che si ispira al vino veneto ma ne violenta quel che resta del buon nome della Doc. A creare problemi ci si mette anche il mercato, se di problemi si può parlare, con un boom di richieste per il nuovo Prosecco Rosè e offerte per l’acquisto di 100mila bottiglie a 2,40 euro che arrivano dalla Svezia.
Peccato però, che le richieste non possano essere soddisfatte: il vino ancora non c’è, ed è lo stesso Consorzio a frenare gli entusiasmi con una lettera ufficiale in cui viene chiesto di rispettare i tempi di produzione. Luca Gavi, direttore della Doc, si dichiara stupito “sia sul fronte dei prezzi che sui tempi” delle richieste. Bisogna aspettare i tempi di produzione e l’iter burocratico, per cui è impossibile che siano pronte bottiglie di Prosecco Rosè prima dell’autunno. Per non parlare dei poco più di due euro offerti per ogni bottiglia: su questo è già bagarre.
Impossibile stare “sotto i 3 euro a bottiglia”, dice Gavi, mentre il presidente del Consorzio Stefano Zanette si mostra molto più aperto: “Sono le diverse case produttrici a fare il prezzo, quindi avremo più pro- poste, che variano in base al posi- zionamento del brand e alle quantità prodotte”.
Noi stiamo a vedere cosa succede, con un bicchiere di bollicine in mano (e no, non si tratta di Pearsecco).
[Fonte: Il Gazzettino]