Erano venduti come prosciutti di Parma e San Daniele, ma in realtà erano dei falsi ottenuti con maiali danesi di razza Duroc, assolutamente non ammessi dai disciplinari dei Consorzi di tutela. Per questo, sono state sequestrate e “smarchiate” quasi un milione di cosce di maiale (810mila solo a fine 2018), su ordine delle Procure di Torino e Pordenone. Si tratta di circa il 20 per cento della produzione annua di Parma e San Daniele, una quota di mercato che non lascia di certo indifferenti. Circa trecento le persone indagate, con sedici società rinviate a giudizio dalle Procura di Torino e Pordenone, accusate di vari reati come associazione per delinquere e frode in commercio nella forma aggravata.
I dati sulle smarchiature dei falsi di prosciutto sono quelli raccontati dal rapporto 2018 dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) del Ministero per le Politiche Agricole, e sono stati documentati nel corso di una puntata del programma di inchieste di Rai3 “Report,” che lunedì 20 maggio ha mandato in onda “La Porcata”. L’inchiesta era volta a svelare cosa c”è dietro alcune eccellenze DOP del nostro Paese, che generano ogni anno un volume d’affari di circa un miliardo di euro e rappresentano la gastronomia italiana in tutto il mondo.
Le telecamere Rai sono entrate in un allevamento di maiali allevati per produrre prosciutto Dop e hanno filmato le condizioni igieniche delle stalle, tra topi, sovraffollamento e episodi di cannibalismo fra animali. Inoltre, secondo i giornalisti di Report, la frode che prevede l’utilizzo di carne di maiale danese per realizzare il prosciutto di Parma e il prosciutto San Daniele è in realtà ancora in essere.
[Fonte: Report]