I prezzi schizzano anche per i nostri amici oltreoceano: secondo quanto riportato dal Bureau of Labor Statistics, in America i prezzi hanno subito un rincaro pari al 6,2%, registrando così il più grande aumento dal novembre del 1990.
E l’arrivo della stagione fredda, chiaramente, non ha che peggiorare la situazione. L’indice dei prezzi è aumentato di fatto dello 0,9% nel solo mese di ottobre con la necessità più pressante di doversi scaldare, tanto che il solo prezzo dell’energia è cresciuto del 4,8% nell’ultimo mese. Il problema dell’inflazione americana, al di là della comprensibile ripresa da pandemia che fa salire la domanda aggregata, è anche legato agli stimoli fiscali e monetari forniti dal governo che hanno fatto effettivamente schizzare la domanda alle stelle. E dalla Casa Bianca, il Presidente Biden rassicura che “invertire questa tendenza è una priorità assoluta”.
Chiaro, non siamo al livello degli anni ’70, con la stagflazione (prezzi che salgono e PIL che si abbassa) che dilagava, ma la Federal Reserve (che sarebbe la versione a stelle e strisce della BCE) sta comunque correndo ai ripari tentando di “sgonfiare” l’economia riducendo gli stimoli economici.