I prezzi mondiali dei beni alimentari si sono di fatto mantenuti su di un livello stabile nel contesto di ottobre, con la sola eccezione rappresentata dal comparto dei cereali. Si tratta di quanto emerso dall’indice dei prezzi a Fao, che ha fatto registrare una media di 135,9 punti nel mese di riferimento, in calo del 14,9% rispetto al massimo storico raggiunto durante marzo 2022 ma comunque leggermente al di sopra ( del 2%, a essere precisi) rispetto a quanto registrato durante ottobre 2021.
Come abbiamo accennato è possibile riscontrare una serie di aumenti solamente nel contesto cerealicolo: nello specifico, il grano ha messo a segno un aumento del 3,2%, i grezzi +3,5% e il riso +1%. Determinanti, in questo senso, i numerosi tagli produttivi legati all’imperversare della siccità: la previsione per la produzione globale di cereali nel 2022 mostra un calo dell’1,8% su base annua, con il comparto dei grossolani che scenderà del 2,8% e il riso del 2,4%. È altrettanto importante tenere conto delle conseguenze del conflitto armato in Ucraina, che dalla scorsa primavera ha scosso i mercati internazionali con numerose onde d’urto – la più recente delle quali risalente ad appena una settimana fa.
Si segnalano cali, invece, per quanto concerne l’olio vegetale (-1,6%, il 20% al di sotto del livello dell’anno precedente); i prodotti lattiero-caseari dell’1,7%; la carne dell’1,4% a ottobre rispetto a settembre; lo zucchero dello 0,6%.