Indignazione, sconcerto e tante polemiche si sono alzate sul progetto Mc Donald’s alle Terme di Caracalla, tanto che il Ministero dei Beni Culturali ha bloccato il progetto del celebre fast food che doveva sorgere al posto del vivaio di via Baccelli. In questi giorni non sono infatti mancate accuse incrociate tra la sindaca di Roma, Virginia Raggi, la soprintendenza e il Municipio.
Ma durante tutto questo ‘balletto’, che ha portato ancora più attenzione mediatica a Mc Donald’s, in pochi si sono resi conto di una cosa: esiste già un ‘precedente’. A Pompei, di fronte ai celebri scavi, esiste da pochi mesi ‘Fassoneria‘, un brand torinese nato nel 2013 e che di recente si è diffuso in franchising in tutta Italia. E neanche a dirlo, degli oltre 10 punti vendita, uno di quelli con maggior successo è proprio quello di Pompei. In questo caso però nessun polverone è stato sollevato e sicuramente non perché gli scavi di Pompei valgano meno delle terme romane.
“Inserirsi in un contesto del genere è difficile da molti punti di vista”, spiega Teresa Tortora, che gestisce il punto vendita di Pompei. “Intanto perché è una guerra quotidiana con la concorrenza. Dalle nostre parti non c’è stata grande attenzione al contesto, e negli anni sono stati aperti moltissimi locali di ogni genere. Noi abbiamo provato a rispettare il luogo in cui siamo, costruendo un locale carino, curato, che serve un prodotto di qualità 100% italiano. Insomma, ristorazione”fast” sì, ma con un’attenzione al cliente, al prodotto e all’ambiente che non tutti hanno”. In questo modo, la Fassoneria rappresenta non l’alternativa italiana a McDonald’s, ma sicuramente un esempio di proposta turistica che tenta di inserirsi in maniera non troppo invadente in un contesto in cui è importante avere rispetto per avere successo.