Si chiama “Tomato Revolution” il progetto di Altromercato che promuove una filiera del pomodoro biologica, sostenibile legale (perché “caporalato free”) e trasparente.
L’obiettivo del progetto è quello di valorizzare i prodotti nati in Italia, su terreni a rischio di spopolamento e sfruttamento, realizzati grazie al lavoro di realtà impegnate nella lotta al caporalato, nell’integrazione e responsabilità sociale.
Pomodori buoni, ma buoni davvero, che diano una nuova immagine a quella che avrebbe dovuto essere un’eccellenza agricola italiana ma che troppo spesso si è macchiata calpestando i diritti di base dei lavoratori.
Il progetto Tomato Revolution coinvolge 2 cooperative (Prima Bio nel Gargano e Rinascita in Sicilia), e 60 piccoli produttori, attivi in territori ad alto rischio di sfruttamento della manodopera, che nel 2020 hanno già venduto circa 82.000 vasetti di specialità enogastronomiche biologiche al pomodoro tramite Altromercato. In produzione la classica passata di pomodoro, una passata fatta con pomodori cigliegino, ma anche i sughi, come quello al finocchietto e siccagno o il sugo pronto al basilico.
Tutti i prodotti – spiega Altromercato, la principale realtà di Commercio Equo e Solidale italiana – “sono il frutto di un’agricoltura che rispetta i tempi della natura: i pomodori, maturati al sole e selezionati a mano, sono lavorati subito per mantenere un sapore intenso e armonioso”.