In Polonia non si arresta la moria di pesci lungo il fiume Oder: i vigili del fuoco hanno recuperato dal corso d’acqua qualcosa come 100 tonnellate di pesci morti. Il problema è che non si è ancora capita quale sia la causa di questo disastro ambientale.
Il fiume in questione attraversa la Germania e la Polonia. Da qualche giorno qui si sta assistendo impotenti a una moria di pesci scatenata da cause ignote, con le due nazioni che sono arrivate ai ferri corti in quanto la Germania sostiene che tutto sia originato in Polonia e che quest’ultima abbia tardato ad avvisare la nazione limitrofa del problema.
Monika Nowakowska-Drynda dall’ufficio stampa dei vigili del fuoco ha spiegato che non avevano mai eseguito un’operazione di questo tipo su un fiume. Da venerdì scorso hanno recuperato circa 100 tonnellate di pesi morti, per un totale di 500 vigili del fuoco in azione che hanno sfruttato ogni mezzo a loro disposizione, inclusi quad, droni, barche e dighe.
Nel frattempo i comuni tedeschi hanno vietato sia la pesca che la balneazione lungo l’Oder. Secondo gli ambientalisti, questa moria di pesci potrebbe devastare l’ecosistema del fiume: adesso, infatti, bisognerà vedere cosa accadrà a pesci, procioni e lontre.
Per ora nessuno sa con certezza quale sia la causa della morte dei pesci. La Polonia ha anche offerto una ricompensa da 210mila euro per chiunque possa aiutare a trovare i responsabili di questo disastro ambientale. L’ipotesi più accreditata, finora, era quella dello sversamento nel fiume di grandi quantità di rifiuti chimici. Tuttavia le prime analisi effettuate smentiscono tale ipotesi: in nessuno dei campioni esaminati finora c’erano sostanze tossiche.
L’unica cosa che è stata trovata è un alto livello di sale. Il che potrebbe starci con la seconda ipotesi: la siccità ha abbassato il livello dell’acqua e, complici le alte temperature, ecco che la salinità è aumentata.
In terza battura si è anche pensato a un eccesso di acque reflue industriali contenenti alti livelli di cloro.