Diventare vegetariani accade. Può avvenire, così: per un caso o l’altro della vita. L’esempio lampante lo forniscono dieci poliziotti messinesi, diventati vegetariani a causa dell’olocausto alimentare a cui hanno assistito nel corso del loro lavoro.
Per tre giorni a settimana, dopo un vertice organizzativo in Commissariato, i poliziotti indossano stivali alti e abbigliamento da montagna.
Durante la notte salgono fino a 1.800 metri di altezza, sui Monti Nebrodi, ispezionando pascoli e aziende alla ricerca di animali scappati oppure malati, o peggio ancora rubati agli allevamenti e chiusi in macelli clandestini, dove vengono trattati e uccisi brutalmente ignorando ogni regolamento.
Quella dei dieci poliziotti è stata ribattezzata “la squadra dei vegetariani”.
“Ci hanno affibbiato questo nomignolo per ridicolizzarci, ma noi lo siamo diventati a ragion veduta perché più scoprivamo illegalità, più uno dopo l’altro smettevamo di mangiare carne”.
A spiegare i motivi della scelta alimentare è il vice-questore Daniele Manganaro.
Appena giunto nel Parco ha notato che c’era qualcosa di strano: troppi imprenditori denunciavano furti anomali di bestiame. Da qui, l’idea di creare una squadra ad hoc che battesse palmo a palmo i monti per scovare truffe alimentari e quelle congegnate per ottenere fraudolentemente fondi pubblici.
Nel solo 2015, il gruppo ha sbaragliato decine di macelli clandestini e interdetto un traffico di farmaci illegali dall’Est Europa. In più, sono venuti a capo di un focolaio di tubercolosi e brucellosi che aveva causato più di 250 casi di malati nel messinese.
Gli uomini della “squadra dei vegetariani” non sono affatto degli sprovveduti. Oltre a essere poliziotti ben formati, alcuni provengono da territori e nuclei familiari abituati a trattare con gli animali. Altri sono profondi conoscitori dei Monti Nebrodi, altri ancora esperti nei medicinali comunemente utilizzati per adulterare la carne.
La formazione della squadra ha avuto il supporto fondamentale del questore di Messina, Giuseppe Cucchiara, che ha creduto sin dall’inizio nel progetto e che, “a furia di seguire le loro indagini” è diventato vegetariano anche lui.
Tutto questo lavoro porterà dei frutti considerevoli in favore degli allevatori onesti. Tra pochi giorni, infatti, questi potranno fregiarsi del marchio di qualità “Nebrody Sicily”, che garantisce, tra le altre cose, la certificazione antimafia per le aziende.
[Crediti | Link: Corriere della Sera]