Il pokè, piatto hawaiano a base di pesce crudo, è una moda gastronomica sempre più di successo, ora anche in Italia dove ci sono ben nove catene, per un totale di 378 ristoranti e un business che vale 98 milioni di euro.
Secondo il report “Il mercato del pokè in Italia” realizzato da Cross Border Growth Capital, nel 2020 il pokè, in Italia, è l’ottavo cibo più ordinato a domicilio con una crescita del 133% rispetto al 2019. Il fatturato delle pokerie in Italia è passato dagli 86 milioni di euro nel 2020 ai 98 milioni nel 2021, e si prevede che nel 2024 potrà toccare i 143 milioni.
“Il successo del pokè nel mondo può essere spiegato da diversi fattori – sottolinea Andrea Casati, Vice President di Cross Border Growth Capital -. A partire da una maggiore attenzione alla provenienza e al valore nutrizionale degli ingredienti da parte dei consumatori: nel 2020/2021 oltre il 50% dei consumatori a livello globale ha dichiarato di essere più consapevole delle proprie scelte alimentari rispetto al 2010 e questo si è riflesso anche nella scelta di piatti e ingredienti salutari, come il pokè, a scapito del junk food”.
Sono nove le principali catene di pokè a dominare il mercato nelle più grandi città italiane: Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli. La prima, a livello di fatturato, è Poke House.
Fonte: Food Affairs