Con l’entrata della plastic tax, i produttori della Bresaola Igp potrebbero subire una battuta d’arresto. “La plastic tax, se fosse applicata come previsto dalla prima bozza della manovra, peserebbe 3 milioni di euro l’anno. A cui va aggiunto poi il contributo Conai. Forse l’aumento dell’Iva era meglio…”, ha dichiarato Claudio Palladi, vice presidente del Consorzio di tutela della Bresaola Igp, e amministratore delegato della principale azienda del settore, Rigamonti, durante il Valtellina Wine Trail.
Al momento, stando ai dati del distretto produttivo lombardo, 4 bresaole su 10 sono vendute in vaschetta, mentre il restante 60% attraverso i canali vendita del servito, insomma, affettata sul momento nei supermercati e nei negozi di alimentari. Ma “l’uso della vaschetta è in forte crescita”, ha specificato Palladi, “il problema delle confezioni sostenibili e riciclabili è all’ordine del giorno per l’industria alimentare”.
Un’Indicazione Geografica Tipica che dà lavoro a 1500 adetti, senza dubbio da tutelare, ma che al momento non ha ancora trovato un’alternativa sostenibile alla classica, inquinantissima, vaschetta di plastica dello scaffale-frigorifero, a quanto pare sempre più richiesta dai (noncuranti) consumatori. Un problema che, a ben vedere, riguarderà anche il Gorgonzola e la maggior parte dei formaggi freschi, così come gli yogurt e tutti gli altri insaccati di largo consumo.