Vi ricordate della Plastic Tax? Ebbene, pare che la nuova imposta sulla plastica potrebbe essere di nuovo rinviata, questa volta al 2022. Si parla di un balzello che aggiunge 45 centesimi per chilo di manufatti monouso e che, in teoria, doveva entrare in vigore a partire dal 1 luglio 2021.
Solo che si vocifera che potrebbe slittare a fine anno, entrando dunque in vigore solamente nel 2022. Curiosamente, però, la plastica e relativi polimeri al momento scarseggiano. A causa probabilmente della pandemia da Coronavirus, la domanda mondiale di plastica è schizzata alle stelle, ma le materie prime latitano e le forniture sono assai ridotte.
Secondo quanto rivelato da Unionplast, la carenza di polimeri ha obbligato l’80% delle aziende trasformatrici italiane a ridurne la produzione. Anche Ron Marsh della Polymers for Europe Alliance, ha spiegato che parecchi impianti sono già rimasti senza materiali. Altre, invece, pur avendo diverse scorte, le stanno ormai per finire. E visto che lo stato di emergenza continua, ecco che le scorte di imballaggi sono destinate a ridursi ulteriormente.
Il risultato di tale penuria è che in Europa il costo delle materie plastiche ha iniziato a salire. Il Ldpe, un polietilene a bassa intensità che viene usato negli imballaggi alimentari, costa 1.903 euro a tonnellata, con un aumento del 50% da ottobre scorso e del 10% nel corso dell’ultima settimana. Costa di più anche il Pp o polipropilene, 1.600 euro a tonnellata, mentre si arriva a un aumento del 70% per il Pet, il polietilene teraftalato.