E fu così che il New York Times, accodandosi alla corposa rassegna stampa internazionale messa insieme dalla pizza e l’arte dei pizzaiuoli napoletani, diventati da qualche giorno patrimonio Unesco dell’Umanità, citò Pizzaman, primo libro “di carta” pubblicato da Dissapore, nonché biografia di Gino Sorbillo, tra i pizzaioli contemporanei il più spendibile testimonial della pizza napoletana nel mondo.
[Pizzaman di Gino Sorbillo: il capitolo sull’incendio della pizzeria di Via dei Tribunali]
[Cosa cambia ora che la pizza è patrimonio dell’Unesco]
Una citazione fugace, intendiamoci, ma che male non fa a Pizzaman, il libro che svela le regole non scritte del rapporto sacro tra napoletani e pizza, oltre a una storia di passione e fatica, riscatto e riqualificazione di un bravo ragazzo che rifiuta le scorciatoie e costruisce un piccolo (?!) impero di 6 pizzerie, tra Napoli, Milano e New York.
Per il resto, il quotidiano americano partecipa alla grande festa apparecchiata dai pizzaioli napoletani per celebrare il riconoscimento Unesco (e autopromuoversi naturalmente), con i ritagli di pizza estratti da una meravigliosa stufa, il contenitore cilindrico in rame stagnato, provvisto di sfiatatoi, utilizzato in passato per la vendita ambulante, e poi offerti per strada.
[La pizza è patrimonio Unesco: venite a mangiarla in queste 10 pizzerie]
Citazione anche per Ciro Oliva, pizzaiolo scugnizzo del rione Sanità, fino a pochi anni fa zona gomorresca che in tanti volevano evitare, magari gli stessi che oggi si mettono in fila per entrare nella pizzeria di Oliva: Concettina ai Tre Santi.
È la pizza, bellezza, come scrive il New York Times: tra le glorie assolute della civiltà. Olè!
[Crediti | New York Times]