Pizza Hut vuole aiutare i lavoratori americani, ma a noi sembra che se ne prenda gioco

Pizza Hut ha pensato bene di recapitare i curricula di chi cerca lavoro a New York sulla "copertina" dei cartoni di pizza. Sarà una trovata ingegnosa o offensiva? Giudicate voi.

Pizza Hut vuole aiutare i lavoratori americani, ma a noi sembra che se ne prenda gioco

State cercando lavoro nella Grande Mela e vi sembra di non venirne a capo? Niente paura, ci pensa Pizza Hut a facilitarvi l’impresa con una pizza calda calda. No, non vi servirà per tirarvi su di morale, ma per consegnare il vostro curriculum nel modo più originale (e imbarazzante) della storia: su un cartone da asporto. Questa la nuova trovata marketing (o dobbiamo pensare che sia altruismo?) di una delle catene di ristorazione più famose negli Stati Uniti e non solo.

Curricula su cartoni di pizza

Pizza Hut ResZAmes

Fa strano, lo sappiamo, ma non avete letto male. Pizza Hut ha lanciato – e già chiuso, al momento – una campagna di marketing travestito da altruismo chiamata ResZAmes, epiteto di dubbia orecchiabilità che giocherebbe sulla fusione delle parole resume (alias “curriculum”) e pizza. L’obiettivo è aiutare lavoratrici e lavoratori in cerca di un nuovo impiego a New York a farsi notare dai potenziali datori di lavoro, specialmente in quello che viene definito come September Surge (“l’impennata di settembre”), periodo in cui si assiste a un aumento delle offerte di lavoro e a una parallela lotta all’ultimo sangue tra candidati. E visto che il 75% dei CV viene cestinato senza neanche degnare i documenti di uno sguardo – come precisa Pizza Hut con tanto di riferimento alla fonte e divertentissimo reel – la soluzione sarebbe recapitarli sotto una forma che è impossibile ignorare: una fragrante pizza al formaggio.

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Per partecipare all’appetitosa iniziativa, bastava (coniughiamo al passato perché la prima fase di richieste è stata chiusa ieri) iscriversi al sito appositamente ideato da Pizza Hut, inserire il codice postale dell’azienda di interesse (come il CV dovrebbe arrivare proprio a quella e non ad altre, non è dato sapere), creare il resume e sperare che la pizza col cappello selezionasse proprio noi fra i vari candidati – non si sa bene sulla base di quali criteri.

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Ci incuriosisce davvero sapere in quanti hanno aderito alla campagna e ci immaginiamo che, in un mercato del lavoro saturo, più di una persona avrà pensato di concedersi questa pur bizzarra chance alternativa nell’ardua ricerca di un impiego. Non biasimeremo di certo loro, ma ci chiediamo se la trovata non rischi di peggiorare, agli occhi di molti, l’immagine di un brand già accusato di offrire pasti gratuiti ai militari israeliani e per questo vittima di boicottaggio. A chi cerca lavoro, intanto, auguriamo buona fortuna e tanti cartoni di pizza recapitati al posto giusto.

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