Pizza Hut in tribunale: i suoi messaggi promozionali sono accusati di molestie ai clienti

Pizza Hut è finito in tribunale: i clienti lo accusano di molestie per via dei suoi messaggi promozionali insistenti che violano la privacy

Pizza Hut in tribunale: i suoi messaggi promozionali sono accusati di molestie ai clienti

Guai legali in vista per Pizza Hut. Il colosso, infatti, è stato trascinato in tribunale da una class action intentata da diversi clienti che l’hanno accusato di molestie a causa dei suoi messaggi promozionali invadenti che violerebbero la privacy. Per questi clienti Pizza Hut si è spinto troppo oltre: non si tratta più solo di messaggi noiosi o insistenti, ma di molestie vere e proprie.

Pizza Hut ha un problema con la campagna marketing?

pizza hut

A detta di questi clienti parrebbe proprio di sì. Il principale responsabile di questa classi action è Danuel Cortez. L’uomo ha spiegato di aver detto basta ai messaggi promozionali di Pizza Hut nell’aprile 2022, stoppandone l’invio. Solo che per i due mesi successivi alla disdetta, ha continuato a ricevere tali messaggi.

Così l’uomo ha intentato la causa, appellandosi al fatto che il flusso continuo di questi messaggi, anche dopo la disdetta, avrebbe violato il Telephone Consumer Protection Act, cioè la legge USA che limita le chiamate e i messaggi di telemarketng ai consumatori.

Secondo quando si legge nella causa, questi continui messaggi “hanno provocato l’invasione della privacy, molestie, aggravamento e interruzione della vita quotidiana di migliaia di persone”. Trattandosi di una class action, poi, tutti i consumatori che hanno continuato a ricevere messaggi promozionali da parte di Pizza Hut dopo la disdetta del servizio nel corso degli ultimi quattro anni sono invitati a parteciparvi.

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Al momento da Pizza Hut tutto tace: anche su richiesta di alcuni quotidiani e testate giornalistiche online, non ha fornito alcuna risposta o spiegazione.

Ma Pizza Hut non è certo l’unica catena di fast food a essere stata trascinata in tribunale ultimamente, anche se non sempre per gli stessi motivi. Per esempio, ad aprile Chipotle ha citato in giudizion Sweetgreen dopo che la catena di insalate ha aggiunto al menu la Chipotle-Chicken Burrito Bowl: Chipotle ha ovviamente denunciato Sweetgreen accusando i rivali di utilizzare il suo nome e il suo marchio per vendere un prodotto sospettosamente simile alle bowl di burrito di pollo di Chipotle. Ma qui tutto si era risolto rapidamente: Sweetgreen ha “abbozzato” e ha accettato di rinominare la voce del menu incriminata come Chicken + Chipotle Pepper Bowl.

Buffalo Wild Wings, invece, è stata portata in tribunale a marzo da un cliente in quanto lui era convinto di aver comprato ali disossate vere, mentre in realtà aveva acquistato pezzi di petto di pollo fritto. Il cliente aveva accusato il fast food di “marketing e pubblicità falsi e ingannevoli”, affermando che non avrebbe mai acquistato delle ali di pollo se avesse saputo che in realtà era petto di pollo.

Solo che in questo caso Buffalo Wild Wings su Twitter aveva risposto ironicamente: “È vero. Le nostre ali disossate di pollo sono di carne bianca di pollo. I nostri hamburger non contengono prosciutto. Le nostre Buffalo wings sono 0% bufalo”.